Per rendere più convenienti le assunzioni servirà un taglio del 10% del costo del contratto a tempo indeterminato, almeno nella fase iniziale. Il ministro del Lavoro Giuliano Poletti chiarisce che si proverà a puntare su due tipologie contrattuali: quelli appunto a tempo indeterminato e quelli a termine semplificati.
Quello che il ministro ha annunciato nel corso del videoforum su Repubblica.it, segue alla fatidica data di entrata in vigore del Jobs Act: per Poletti la riforma del lavoro sarà operativa dai primi sei mesi del 2015. “Noi ci siamo presi sei mesi per realizzarla: se il Parlamento ci mette sei mesi noi siamo in grado di chiudere la partita”.
“Oggi il contratto a termine costa l’1,4% in più di uno a tempo indeterminato, se non arriviamo almeno al 10% non è significativo, poi se arriviamo al 12% va bene”, ha sottolineato Poletti, insistendo sul bisogno di contratti temporanei “per i lavori stagionali che hanno dei picchi” e di contratti a tempo indeterminato a tutele crescenti.
L’analisi del decreto intanto inizia oggi in Commissione e Poletti assicura: “Noi pensiamo che l’impianto sia giusto e non siamo d’accordo con chi dice che precarizza: chi parla di precarizzazione è chi l’aveva portata al 68%”.