Il rettore dell’università di Palermo, Roberto Lagalla, interviene sulle condanne comminate oggi per frode a otto tra ex dipendenti e studenti dell’Ateneo. “La sentenza di oggi – dice il rettore Roberto Lagalla – arriva al termine dell’inchiesta che l’Università di Palermo ha innescato, segnalando alla Procura le irregolarità riscontrate in alcune carriere degli studenti”.
“Quando mi sono insediato, ho disposto infatti che la verifica delle carriere universitarie fosse verificata anche manualmente, – aggiunge – verbale per verbale d’esame, e non attraverso riscontri telematici. Lì sono emerse le incongruenze che abbiamo segnalato e che hanno determinato, da parte nostra, l’avvio di procedimenti disciplinari che hanno portato a licenziamenti e sospensioni, e la nostra costituzione di parte civile al processo. Con le procedure attuali, non ci sono spiragli per tentativi di frode”.