Utilizzavano il paravento di numero società amministrare da una vasta pletora di “prestanome” e nel corso degli anni sono riusciti ad accaparrarsi un elevatissimo numero di appalto pubblici e a sottrarsi al pagamenti di vaste somme dovute a Inps, Inail e altri enti locali. L’organizzazione a piramide era guidata da Giovanni Di Pierro, noto imprenditore di 64 anni emigrato in Spagna: il Nucleo di polizia tributaria della Guardia di finanza di Roma ha sequestrato 15 tra società e consorzi, partecipazioni societarie, automezzi e decine di conti correnti in Italia e all’estero, per un valore complessivo di 74 milioni,al capo del gruppo criminale, operante nella capitale ma con con interessi in tutto il territorio nazionale e in alcuni stati europei e sud americani, dedito a reati tributari, all‘appropriazione indebita, alla truffa in danno di enti pubblici, alla bancarotta fraudolenta, al riciclaggio di capitali illeciti, al trasferimento fraudolento di valori.
Con quest’ultimo sequestro – comprendente il Consorzio Nautico Toscano, con sede a Roma e cantieri a Rosignano Marittimo e Pisa, che realizza lussuose imbarcazioni da diporto con marchio Austin Parker – sale a 351 milioni il valore dei beni sequestrati. Dopo il maxi-sequestro del 29 gennaio, che aveva riguardato l’ingente patrimonio nella disponibilità del Di Pierro, le Fiamme gialle hanno successivamente individuato e sottoposto a sequestro decine di conti correnti e polizze, nonchè sviluppato ulteriori complessi accertamenti patrimoniali sul conto di 15 persone giuridiche, operanti – prevalentemente – nei settori degli “altri servizi di sostegno alle imprese” e della “costruzione di imbarcazioni da diporto e sportive”, riuscendo a svelare una nuova complessa rete di intrecci societari e, ancora una volta, la loro riconducibilità delle stesse a Di Pierro. In definitiva, spiegano gli investigatori, “gli accertamenti svolti hanno consentito di accertare come il De Pierro sia riuscito nel tempo ad accumulare un ingente patrimonio mobiliare ed immobiliare, del tutto incongruente rispetto ai redditi dichiarati.
Tale sproporzione, unita alla qualificata pericolosità sociale, ha permesso di richiedere ed ottenere, ai sensi del dettato normativo del “Codice Antimafia”, l’applicazione della sorveglianza speciale di pubblica sicurezza ed il sequestro finalizzato alla confisca dell’intero patrimonio, direttamente o indirettamente riconducibile a Giovanni De Pierro. Patrimonio, allo stato, stimabile in complessivi 351 milioni, di cui circa 65 costituiti da disponibilità finanziarie giacenti su conti correnti e polizze in Italia e all’estero”.