In Siria un villaggio al centro del paese ha subito un nuovo attacco chimico: la conferma arriva sia dai ribelli che dal governo siriano, che si accusano a vicenda di aver lanciato nel paese di Kfar Zeita nella provincia di Hama un gas cloro. Sarebbero centinaia i feriti e due le vittime ma questo è il secondo attacco chimico che si consuma in 24 ore: in entrambi gli attacchi i morti sono stati 7, tra cui un bambino.
Il bilancio dei nuovi attacchi è difficile da stabilire: secondo l’Osservatorio siriano per i diritti umani Ondus, tra le vittime da venerdì ci sarebbero 45 civili, 59 ribelli siriani, 53 soldati e 22 stranieri. Che vi sia stato un attacco con armi chimiche sembra inconfutabile: l’Osservatorio ha riferito di persone soffocate o con evidenti problemi respiratori. Sarebbero stati degli aerei del governo Assad a sganciare degli ordigni che “hanno prodotto fumo denso e forti odori e hanno causato soffocamento e avvelenamento”.
Secondo il quotidiano Guardian, l’opposizione siriana ha accusato il regime di aver usato le armi chimiche anche a gennaio, almeno 3 volte, nei sobborghi di Damasco. Dalle bombe sarebbe fuoriuscita del sarin o del gas mostarda, simile ai pesticidi. Mentre continua lo smantellamento dell’arsenale, questi attacchi gettano un’ombra sul calendario dei lavori.