Difende l’Europa e l’Unione europea il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. “Non bisogna soltanto chiedersi a cosa serve l’Europa oggi – dice il Capo dello Stato, dialogando con Fabio Fazio, nel corso della trasmissione “Che tempo che fa” in onda su RaiTre – ma a cosa è servita. L’Unione europea è servita a riportare la pace nel cuore del continente, lì dove per ben due volte nel secolo scorso era venuta a mancare”.
“Essere europei – prosegue il presidente – significa avere la consapevolezza di una storia e di una cultura comuni. Ci sono stati dei lati negativi, ma non possiamo dimenticare i valori che hanno rappresentato il tessuto connettivo su cui si è costruita l’Unione dei paesi”.
Napolitano parla anche dei temi più attuali e cita “la delusione motivata da fatti recenti o relativamente recenti, cioè l’incapacità dell’Unione Europea di dare una risposta soddisfacente alla crisi mondiale che è scoppiata nel 2008″. “Le Istituzioni dell’Unione non sono riuscite, a stabilire un rapporto più diretto con i cittadini innanzitutto in termini di informazione, di comunicazione come base di un coinvolgimento, del sentirsi in qualche modo partecipi delle decisioni e delle scelte che venivano fatte”.
Ecco perché, per il presidente Napolitano, dovrebbe tenersi aperta la possibilità di una elezione diretta del presidente della Commissione europea. “Per il momento si fa, proprio ora in queste elezioni, un grosso passo in avanti con la designazione da parte dei partiti europei dei propri candidati al ruolo di presidente della Commissione europea che sarebbe organo di governo dell’Unione Europea”. “Tanti anni fa Kissinger diceva: ‘voglio un numero di telefono per parlare con l’Europa’, e si aveva l’impressione che non ce ne fosse nessuno, o meglio che ce ne fossero troppi. Poi si è arrivati, già da alcuni anni, ad avere un presidente del Consiglio Europeo stabile per due anni e mezzo e che può arrivare fino a cinque anni. Quindi se si vuole un numero c’è, naturalmente sarebbe un numero più capace di rispondere a certe telefonate se fosse quello di un presidente eletto dai cittadini o anche un presidente il cui nome scaturisca dai risultati delle elezioni europee”, ha concluso Napolitano.
E Giorgio Napolitano ha invitato i partiti a condurre una campagna elettorale in vista delle Europee senza eludere proprio il tema del ruolo dell’Europa. “Gli interessi elettorali o politico-elettorali dei singoli Paesi hanno – osserva il Capo dello Stato – sempre pesato molto, troppo, nelle elezioni per il Parlamento europeo. Si è finito per parlare molto più di Italia, di Francia, di Germania che di Europa, sono state quasi delle campagne nazionali. Questa volta no, questa volta non si può sfuggire al tema europeo che sarà al centro, magari sarà al centro perché ci sono più avversari del progetto europeo che cercheranno di guadagnare consensi su quella base e bisognerà che i partiti che credono nel progetto europeo e vogliono rilanciarlo, rimotivarlo, anche cambiarlo, non eludano questi temi dando la priorità alle faccende di casa”.
E sulla austerity che rischia di allontanare l’Unione europea soprattutto dai più giovani e dai più deboli, il presidente della Repubblica dice: “Quando si parla di necessità assoluta di ridurre il debito nostro, il debito pubblico in Italia, non si dice abbastanza che lo si deve fare non perché ce l’ha chiesto l’Europa ma perché è un dovere verso i giovani”. “E’ un problema – osserva – che non può non essere posto in primissimo piano e dovrebbe essere posto in primissimo piano non soltanto a parole”.
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