Il derby Trapani-Palermo susciterà più di un ricordo in chi, come Francesco Galeoto, in passato è stato grande protagonista con entrambe le maglie. Il Trapani della stagione 1994/95 arrivato vicinissimo alla promozione in serie B, e il Palermo dei picciotti della stagione successiva, vengono tuttora ricordati con enorme affetto dai tifosi di entrambe le squadre.
Galeoto è stato il padrone incontrastato della fascia destra in quelle due esperienze. Che oggi ricorda con affetto. “A Trapani c’era grande entusiasmo – racconta – sia da parte della gente che nel nostro spogliatoio. pensa che ci allenavamo su un campo in terra battuta insieme a compagni come Marco Materazzi, poi diventato campione del Mondo con la Nazionale, e Giuseppe Castiglione, poi grande protagonista anche con Avellino, Pistoiese e Ancona. Quell’anno meritavamo la serie B perché eravamo davvero forti e dettavamo legge su tutti i campi. Peccato per quel gol subito a Gualdo Tadino che ci ha negato la promozione”.
Nelle parole del terzino palermitano si sente ancora la delusione per quel traguardo che sarebbe rimasto nella storia: “Senza nulla togliere alla squadra attuale la nostra è riuscita davvero a fare grandi cose. Abbiamo mancato la finale dei playoff di C1 solo a causa della posizione sfavorevole in classifica rispetto al Gualdo. In casa avevamo vinto 1.0 e con lo stesso risultato abbiamo perso in Umbria. Davvero un peccato”.
La stagione successiva un’altra grande annata, stavolta con la squadra della città in cui è nato nel 1972: “Quella è stata la ciliegina sulla torta per me – afferma con entusiasmo -. Giocare a Palermo per un palermitano è il massimo. E di questa possibilità dobbiamo ringraziare mister Arcoleo che ha dato la possibilità a tanti palermitani di giocare con il Palermo. Abbiamo fatto un grandissimo campionato, soprattutto nel girone d’andata trascinato dal grande entusiasmo della nostra gioventù. Che nel ritorno, però, è diventato un piccolo limite. Infatti ci è mancata la giusta esperienza per portare a termine l’impresa”.
Tanti i giocatori talentuosi che hanno vestito le maglie di Trapani e Palermo insieme a te. Se ne dovessi indicare due che avrebbero meritato una carriera ancora più grande di quella che hanno avuto, chi sceglieresti?
“Tra i compagni di Trapani sicuramente Nino Barraco che per quello che ha fatto in carriera avrebbe meritato molto di più. Nel Palermo dico Giancarlo Ferrara, un centravanti allora davvero promettente e di grande qualità”.
Proviamo a fare lo stesso con le squadre di oggi?
“Certo. Nel Trapani indico Simone Basso che è un giocatore che merita i grandi palcoscenici ma non ha avuto mai tanta fortuna. Lo conosco bene dai tempi di Crotone. Tra i componenti della rosa del Palermo mi ha impressionato Kyle Lafferty. L’ho visto nella prima partita di Coppa Italia contro il Verona e già allora mi impressionò tantissimo. Anche in serie A sono sicuro che la sua presenza si farà sentire”.
Sono passati quasi vent’anni da allora, ma tu hai appeso le scarpe al chiodo appena un anno e mezzo fa. Quanto è cambiato il calcio in questi ultimi vent’anni?
“Tantissimo. Allora a noi bastava poco per rendere al massimo. Ti confesso che nel Palermo guadagnavo pochissimo. Inoltre c’era un forte attaccamento alla maglia sia a Trapani che a Palermo. Adesso entrano in gioco tante altre cose. Ci sono molte più televisioni a seguire il circo mediatico del calcio. Gli stessi calciatori badano più al contorno rispetto a ciò che è davvero fondamentale. Non è più il calcio di una volta e devo dire che mi dispiace”.
Chiusura obbligata con un pronostico. Chi vincerà il derby?
“Domanda difficile. Ho giocato con tutt’e due le squadre, una è la mia città e la amo, l’altra mi ha fatto diventare calciatore, per cui spero in un pari. A fine stagione però vorrei il Palermo primo e il Trapani secondo in classifica, insieme in serie A“.