I medici e i dirigenti sanitari minacciano uno sciopero nazionale. Lo rende noto il maggiore sindacato dei medici dirigenti, l’Anaao-Assomed, esprimendo ”profonda preoccupazione per gli interventi sulla pubblica amministrazione, e quindi alla sanità pubblica, previsti nel Def approvato dal Consiglio dei Ministri e per le voci che si rincorrono, non smentite, su tagli allo stipendio dei medici e dirigenti sanitari”.
L’Anaao-Assomed dichiara, dunque, lo stato di agitazione della categoria con un pacchetto di iniziative, da concordare con le altre organizzazioni sindacali, che comprendono 72 ore di sciopero entro il mese di maggio, per ”difendere ancora una volta la sanità pubblica e i suoi professionisti”.
”Ciò che più sconcerta, però – commenta il sindacato medico in una nota – è la vaghezza del modello di sanità che il Governo intende adottare e del ruolo e responsabilità da attribuire ai professionisti. Nulla dice su come rimediare ai posti barella che hanno sostituito i posti letto; nulla su liste d’attesa in crescita o sul rischio civile, penale, patrimoniale insito in ogni atto medico, nulla sulla sorte dei precari o dei livelli di assistenza”.
Categorie ”già frustrate da un blocco contrattuale che dura dal 2009 – afferma l’Anaao-Assomed – si vedono alle prese con peggiorate condizioni di lavoro, senza prospettive professionali ed economiche, senza futuro in un sistema che, a nostro parere, deve rimanere pubblico e nazionale, ma sembra avviato a diventare un laboratorio dove si sperimentano soluzioni privatistiche di uscita dalla crisi”. ”Non è accettabile – conclude il sindacato – una criminalizzazione delle retribuzioni da sottoporre ad amputazioni chirurgiche”.