Alcune decine di operatori del 118 hanno occupato, in maniera pacifica, l’ufficio polifunzionale provinciale (Upp) della Seus, nell’ex ospedale Guadagna a Palermo dove si trovano i locali della direzione generale e amministrativa della società.
I manifestanti contestano la proposta del Consiglio di gestione della Seus che prevede contratti di solidarietà per i dipendenti del 118. L’occupazione, fanno sapere i lavoratori, proseguirà a oltranza, fino a quando non avranno risposte certe sul loro futuro.
Intanto stamattina è saltata la conferenza stampa del presidente del Consiglio di gestione della Seus (società che gestisce il 118 in Sicilia), Gaetano Montalbano. Avrebbe dovuto illustrare la proposta di attivazione dei contratti di solidarietà. Appuntamento rinviato a domani ma a Palazzo d’Orleans. Un fatto che evidenzia lo scontro in atto tra Montalbano, considerato uomo di Crocetta, e il direttore generale del 118, Angelo Aliquò.
A distanza di poco più di due mesi dalla sospensione delle procedure di licenziamento o riduzione delle ore di lavoro stoppata dall’assessore alla Sanità, Lucia Borsellino, a gennaio, con una nota riservata, il presidente del Comitato di gestione Gaetano Montalbano, è tornato a individuare come indispensabile il ricorso ai contratti di solidarietà per ridurre le spese del 118 in Sicilia. Ma Aliquò resta contrario a questa soluzione.
La posizione del direttore generale del 118 siciliano è rafforzata dall’appoggio del presidente della commissione Sanità dell’Ars, Pippo Digiacomo. “Non approvando il piano industriale del direttore generale della Seus, Aliquò, il governo della Regione rischia di distruggere il servizio 118, con conseguenze catastrofiche per i cittadini e per i lavoratori”.
“C’è la possibilità – aggiunge Digiacomo – di sanare un servizio su cui in passato si sono consumati errori ed orrori e il governo si sta facendo sfuggire una occasione unica. Se qualcuno non se la sente si faccia da parte e lasci spazio a energie migliori”.
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NN NE POSSIAMO PIU' DI SACRIFICARCI SOLO NOI ORA BASTA SE VOLETE LA GUERRA GUERRA SIA,