È stato assassinato in Siria Frans Van Der Lugt, il 75enne gesuita olandese che, per restare vicino alla comunità cristiana, non aveva voluto lasciare la città martoriata di Homs. La notizia è stata data dall’Osservatorio siriano per i diritti umani ed è stata confermata da padre Alex Bassili, provinciale dei gesuiti per il Medio Oriente. Il sacerdote è stato prelevato questa mattina, ha riferito Bassili, dalla residenza dei gesuiti da uomini armati che lo hanno picchiato e gli hanno sparato due colpi di pistola alla testa.
Dalle migliaia di fedeli che componevano in passato la comunità cristiana, in città ne sono rimasti solo 66, secondo il gesuita. “Il popolo siriano mi ha dato così tanto, se loro ora soffrono, voglio condividere le loro sofferenze e le loro difficoltà”, spiegava Van der Lugt. Arrivato in Siria nel 1966, il gesuita considerava il Paese mediorientale ormai come la propria casa. Dopo quasi due anni di assedio, a Homs il 7 febbraio è stata concordata l’evacuazione di circa 1.400 persone sotto il controllo dell’Onu.
“Muore così un uomo di pace, che con grande coraggio ha voluto rimanere fedele in una situazione estremamente rischiosa e difficile a quel popolo siriano a cui aveva dedicato da lungo tempo la sua vita e il suo servizio spirituale”. Cosi’ padre Federico Lombardi, portavoce della Santa Sede. “Dove il popolo muore, muoiono con lui anche i suoi fedeli pastori. In questo momento di grande dolore – continua Lombardi – esprimiamo la nostra partecipazione nella preghiera, ma anche grande gratitudine e fierezza per avere avuto un confratello così vicino ai più sofferenti nella testimonianza dell’amore di Gesù fino alla fine”.