“Fuori la polizia dalle scuole di Palermo”. È questa una delle scritte riportate sugli striscioni apparsi stamattina in diversi istituti scolastici di Palermo. Così gli studenti medi del coordinamento di Palermo protestano contro le denunce e gli interrogatori di venerdì scorso al liceo linguistico Cassarà seguiti alle occupazioni dell’autunno scorso. Domani, per contestare quelle che chiamano “irruzioni” delle forze dell’ordine negli istituti, diversi movimenti studenteschi manifesteranno in sit-in davanti al Cassarà.
Stamattina, prima dell’inizio delle lezioni, il coordinamento studenti medi Palermo ha affisso gli striscioni al liceo classico Umberto I, il liceo classico Garibaldi, l’Itc Ferrara, il liceo linguistico Cassarà, l’istituto magistrale Regina Margherita, il liceo scientifico Cannizzaro, il liceo scientifico Benedetto Croce, l’istituto tecnico Marco Polo e in altre scuole palermitane.
Gli studenti parlando di vere e proprie “incursioni” effettuate venerdì scorso durante le lezioni. “Il blitz, – si legge in un comunicato del collettivo degli studenti medi – autorizzato dal dirigente scolastico Daniele Crimi, all’interno dei locali scolastici di una squadra di agenti della divisione investigazioni generali e operazioni speciali atta a svolgere degli interrogatori a studenti e personale scolastico in merito all’occupazione svoltasi questo autunno. Con il totale consenso del dirigente una ventina di studenti sono stati sottratti con l’inganno alle loro lezioni per permettere agli agenti di effettuare interrogatori, identificazioni e denunce. Molti professori interrogati hanno fornito nomi dei propri alunni mentre pochi altri si sono rifiutati di collaborare con le operazioni degli agenti in nome del rispetto nei confronti dell’istituzione scuola che dovrebbe formare e dialogare con i propri studenti piuttosto che entrare in contraddizione con essi allestendo uffici di questura all’interno dei locali scolastici. Quattro sono i giovani studenti denunciati per violenza privata e interruzione di pubblico servizio”.
“Gli studenti medi palermitani manifestano l’assoluta solidarietà a tutti gli studenti che hanno subito gli interrogatori e che sono stati denunciati, – afferma Federica Marino del coordinamento studenti medi Palermo e studentessa dell’istituto magistrale Regina Margherita- critichiamo fortemente il comportamento della dirigenza scolastica che ha permesso l’ingresso di agenti all’interno della scuola e che in combutta con essi ha trasformato in luogo in cui ci formiamo e dovremmo sentirci protetti in una questura con l’intento di intimidirci. Le scuole non sono sicure e crollano, sopratutto nei quartieri popolari si registra una forte dispersione scolastica, i libri di testo hanno un costo sempre più inaccessibile e davanti a questo sconfortante scenario ci si preoccupa di denunciare noi giovani studenti semplicemente perché vogliamo far valere i nostri diritti”.
Domani (martedì 8 aprile), quindi, a partire dalle 10.30 si terrà, davanti all’istituto linguistico Ninni Cassarà di Palermo, un presidio che manifesterà l’assoluta solidarietà agli studenti interrogati e denunciati. Al presidio parteciperanno diversi movimenti studenteschi ma anche forze politiche: il Collettivo Universitario Autonomo, il Coordinamento Studenti medi Palermo e lo studentato autogestito Hpo di via Alloro, nonché Usb, Cobas, Slai cobas e Rifondazione comunista.
“In quanto studenti non possiamo mancare al presidio di domani – afferma Gabriella Palermo del collettivo universitario Autonomo- per prestare la nostra totale solidarietà ai giovani studenti che hanno subito delle vere e proprie intimidazioni all’interno di un luogo in cui dovrebbero al contrario sentirsi sicuri e protetti; di conseguenza critichiamo aspramente il comportamento del dirigente scolastico che piuttosto che cercare il confronto e il dialogo con gli studenti, preferisce assecondare le operazioni degli agenti e offre loro la scuola come luogo di persecuzione e criminalizzazione. Le scuole non sono delle caserme e il movimento studentesco, che quest’anno ha portato in piazza migliaia di giovani studenti coscienti della drammatica condizione cui versa il mondo della formazione scolastica, non va criminalizzato. Le occupazioni delle scuole hanno mostrato un nuovo modo di intendere la scuola e di vivere le aule e i momenti di lezione, hanno trasmesso la volontà di un’intera generazione di opporsi alle forme di austerity imposte dal governo e che si ripercuotono sui giovani e sulle loro famiglie traducendosi nella negazione di diritti e servizi fondamentali quali per esempio i trasporti pubblici gratuiti per raggiungere scuola, un costo accessibile dei libri di testo o un piano di emergenza delle scuole. Non solo cercano costantemente di negarci il futuro ma criminalizzano anche i tentativi che nel presente facciamo per mutare questo stato di cose”.