Inchiesta aeroporto Ciampino, per Legnante lavori di ristrutturazione e una piscina

di Redazione

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Inchiesta aeroporto Ciampino, per Legnante lavori di ristrutturazione e una piscina

| lunedì 07 Aprile 2014 - 11:37

Lavori di ristrutturazione di una casa alle porte di Roma e per l’installazione di una piscina nel giardino. È il prezzo della corruzione incassato dall’ex direttore Enac dell’aeroporto di Ciampino, Sergio Legnante, accusato, dal pm Mario Palazzi, di aver agevolato l’imprenditore Massimiliano Mantovano nell’assegnazione di tutti i lavori eseguiti negli ultimi anni allo scalo dell’Urbe.

Secondo l’accusa, il funzionario Enac infedele avrebbe “ottenuto l’esecuzione sotto costo (corrispondendo solo 50mila euro al posto dei 120mila pattuiti) dei lavori di ristrutturazione presso la propria abitazione all’Axa, lavori formalmente seguiti dalla società 2T Appalti srl ma di fatto realizzati dallo stesso Mantovano per il tramite delle sue maestranze”.

Non solo. Legnante, per l’occasione, avrebbe fatto “installare anche una piscina, totalmente a spese di Mantovano che ne sostenne i costi per il tramite della Mgm spa”. L’ex direttore Enac di Ciampino avrebbe chiesto e ottenuto anche l’assunzione di suo fratello Pino, formalmente presso lo studio del commercialista Massimiliano Masti, che si era accordato con Mantovano. Un’altra contestazione di corruzione è legata, invece, al ruolo svolto da Renato Lolli, dipendente Enac in servizio presso gli uffici di Ciampino, incaricato di seguire le procedure amministrative e membro della commissione per la scelta dei contraenti.

In relazione all’appalto per la realizzazione di un nuovo cancello scorrevole presso l’Aeroporto dell’Urbe (lavoro affidato alla società Mami srl per un importo di 15.174 euro), Lolli avrebbe omesso un atto del suo ufficio, e cioè evidenziare l’irregolarità dell’affidamento, accettando e ricevendo, fino all’ottobre 2013, da Massimiliano Mantovano, ‘dominus’ della Mami srl, per il tramite di Luigi Guerrieri incaricato della materiale consegna, la somma di 500 euro. Secondo la procura, però, tra il 2012 e 2013, sempre Lolli avrebbe ricevuto indebitamente da Mantovano “denaro in varie tranche in misura non inferiore a 4.300 euro”.

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