La Corte Costituzionale turca ha ordinato la fine del blocco di Twitter deciso due settimane fa dal governo del premier, Recep Tayyip Erdogan. I giudici hanno stabilito che la sospensione del servizio del social network viola la libertà d’espressione e ha ordinato al Ministero delle Comunicazioni di far marcia indietro “con effetto immediato”.
Ma, anche se la sentenza questa mattina è stata pubblicata sulla Gazzetta ufficiale turca, a fine mattinata il servizio era ancora indisponibile in Turchia. Soltanto nel pomeriggio il premier Erdogan ha ceduto e ha tolto il blocco, liberando Twitter.
Sezgin Tanrikulu, vicepresidente del principale partito di opposizione, il laico Chp, aveva già preannunciato che avrebbe sporto denuncia se il governo non avesse rispettato la sentenza, perché in quel caso si sarebbe trattato di “un abuso di potere”. Tanrikulu – che era stato tra coloro che avevano portato il caso dinanzi alla Corte costituzionale – ha ricordato che la sentenza è “vincolante per tutti”, compreso il premier Recep Tayyip Erdogan, che “non riconosce la legge”. Anche il presidente Abdullah Gul, utente abituale di Twitter, aveva detto che il servizio di micro-blogging – così come YouTube – deve essere ripristinato.
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