“Tra i destinatari dei messaggi di Toto Riina ci sono Silvio Berlusconi e Forza Italia. La mafia ha portato voti in massa per anni verso il partito di Forza Italia è una cosa acclarata, assodata e accertata”. Lo sostiene l’ex pm Antonio Ingroia che, ai microfoni di KlausCondicio in onda su YouTube parla di una possibile minaccia. “Evidentemente, nel bilancio costi-benefici, Riina ritiene di non avere tratto sufficienti benefici da quel sostegno politico-elettorale”.
Quello che ha detto il boss, continua Ingroia, “è l’ultima appendice di cose che ha detto altre volte, cioè che ce l’ha anche con la politica dalla quale si aspettava qualcosa e non ha avuto abbastanza; perché poi, alla fine, Riina, nonostante strepiti così dal carcere, è l’unico sconfitto di questa stagione: lui stesso ha detto di sentirsi una sorta di parafulmine che ha risposto di tutte le colpe di tutti, pagando per tutti. A questo gioco lui non ci sta e allora reagisce con quel mondo politico che a torto o ragione ha avuto gli stessi nemici di Riina, la magistratura innanzitutto”.
“Napolitano è un uomo dello Stato ma di questo Stato, nel senso che ha difeso lo Stato italiano in tutte le sue articolazioni, lo ha difeso comunque anche quando invece andava processato, non solo giudiziariamente ma anche politicamente”. ha detto poi l’ex pm. “Quando c’è stata una parte di Stato, come la Procura di Palermo, che ha voluto processare quell’altra parte di Stato che aveva messo in piedi la trattativa scellerata, è nata una sorta di imbarazzo di Stato di cui si è fatto interprete lo stesso Presidente Napolitano – ha aggiunto – che invece di assecondare, sostenere, appoggiare e aiutare la Procura di Palermo ha sollevato il conflitto di attribuzione contro la Procura stessa e questo, secondo me, è stato un pessimo messaggio per i cittadini italiani. Nella sua idea di difesa dello Stato, lo Stato va difeso sempre e comunque”.
Visualizza Commenti
Francamente mi pare inopportuno, scorretto e forse anche vigliacco l'intervento di Ingroia il quale, per screditare politicamente il condannato Berlusconi, cerca di conferire autorevolezza processuale ad argomentazioni politiche.