L’assessore all’Energia della Regione Siciliana, Nicolò Marino, ha chiesto un risarcimento danni da 500 milioni di euro alle Associazioni temporanee di impresa (Ati) che avrebbero dovuto realizzare quattro termovalorizzatori nell’isola. Il provvedimento è stato adottato perché la procedura di affidamento sarebbe stata “viziata in radice”, e ne ha “imposto l’annullamento in autotutela, impedendo alla Regione siciliana di dotarsi del delineato sistema di chiusura del ciclo di gestione integrata dei rifiuti”.
“Ciò ha comportato un esponenziale incremento dei costi sostenuti per lo smaltimento di rifiuti – scrive l’assessore Marino nel documento notificato alle Ati – anche attraverso il ricorso a ordinanze di Protezione civile, tenendo in vita un sistema anacronistico e concretamente dannoso per la salute pubblica”. Per l’assessore ricorre anche una ipotesi di risarcimento per “i costi, non esclusi quelli riconducibili al danno di immagine per la Regione Siciliana”. Per questo Marino, a nome della Regione, cita per “i danni subiti e subenti” le Ati a “un risarcimento per l’importo di 500 milioni di euro”.
Le quattro Ati sono costituite da Elettroambiente, Enel produzione, Emit, Amia, Catanzaro Costruzioni; Falk, Actelios, Amia, Emit, Consorzio Asi Palermo, Aser, Gecopre e Safab; Dgi Daneco, Waste Italia, Siemens, Technip Italy, Db group, Altecoen;Elettroambiente, Enel produzione Altecoen tecnoservizi ambientali, Pannelli impianti ecologici.