E’ odiato per essere stato il presidente del consiglio che ha imposto l’Imu, che ha prodotto il caso degli esodati. Il premier che ha imposto la politica del ‘lacrime e sangue’ agli italiani come una necessità.
Ma nel panorama politico le parole di Mario Monti, fondatore di Scelta civica, pesano come macigni. E oggi rischiano di pesare anche di più soprattutto dopo le dichiarazioni del ministro Stefania Giannini sulla riforma del Senato e sulla staffetta generazionale tra i dirigenti della pubblica amministrazione.
Ad Agorà, la trasmissione di approfondimento politico di Rai3, Mario Monti oggi ha difeso, pur senza mai nominarla, la segretaria politica del partito che ha fondato e ministro della Pubblica Istruzione: “Vogliamo aiutare Renzi a correre senza andare a sbattere ed evitando che corra all’indietro. I grandi problemi della società italiana sono legati ai comportamenti del passato. Questi comportamenti del passato non vorrei che, con la fine del bicameralismo paritario, che è sacrosanta, ma con soluzioni un po’ troppo improvvisate, potessero ripresentarsi aggravati anziché risolti. In passato ci sono state troppe illusioni distribuite da destra e da sinistra, che hanno portato poi a politiche sbagliate, come la riduzione delle tasse senza ridurre la spesa o l’idea che il posto di lavoro sia inamovibile qualsiasi cosa succeda”.
Ma è nel giudizio politico sugli accordi con il leader di Forza Italia che Monti boccia nettamente l’azione del premier Matteo Renzi: “Al posto di Renzi il patto con Berlusconi non l’avrei fatto. Il patto con Berlusconi sulle riforme istituzionali, che nel merito è sostanzialmente giusto, rischia di mandare un messaggio sbagliato al paese, visto che Berlusconi è stato condannato in via definitiva per frode fiscale. Non vorrei che venisse percepito come un far passare in secondo piano l’importanza che ha in Italia la lotta contro l’evasione e la corruzione”.
Bastone e carota nel discorso dell’ex premier che riconosce al presidente del consiglio attuale il merito di aver accelerato la riforma sul mercato del lavoro: ”La corsa che sta facendo Renzi sul mercato del lavoro è sicuramente una corsa in avanti, la stessa che ho cercato di fare io mentre ero al governo. Allora alla guida del Pd c’era Bersani, che non ha voluto o non ha potuto superare certe resistenze del sindacato o della parte più conservatrice del Pd. E’ una corsa in avanti molto difficile e molto importante”.
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