Il presidente della Regione Lombardia Roberto Maroni mette subito in chiaro la sua posizione sulle spese pazze: Maroni ha inviato delle lettere di diffica ai consiglieri regionali coinvolti nello scandalo delle spese sui rimborsi pubblici. Dal sushi alle caciotte, i politici lombardi non hanno fatto rimpiangere gli acquisti dei colleghi siciliani.
La lettera inviata ai consiglieri regionali e ai presidenti dei Gruppi conteneva “l’intimazione di immediato pagamento delle somme ritenute indebite come quantificato dalla Procure regionale della Corte dei Conti”, spiega una nota della Regione Lombardia “Le diffide sono state notificate ai destinatari all’inizio di questa settimana”.
Il gruppo di consiglieri ha lavorato a cavallo tra le due legislature precedenti a quella attuale: i 64 politici coinvolti sono stati rinviati a giudizio con l’accusa peculato. I consiglia di Pdl, Lega Pd, Ucd, Idv, Sel e Pensionati si sono visti consegnare anche delle contestazioni da parte della Corte dei conti per i danni che avrebbero arrecato alle casse pubbliche.
Maroni però ha tenuto a precisare che le lettono di intimazione ai consiglieri “sono un atto dovuto al fine di interrompere i termini della prescrizione quinquennale. Naturalmente è fatto salvo il principio del contraddittorio garantito sin dalla fase istruttoria pre-processuale”.