“Siamo ancora in una fase iniziale. Renzi sta mettendo in campo tutta una serie di progetti molto ambiziosi per un Paese che è rimasto fermo per troppi anni. Confindustria, sicuramente, guarda con estrema attenzione a quello che sta succedendo. Su questo tema condivido in pieno il pensiero del presidente Squinzi sulla voglia di riforme importanti per la vita del Paese e sulla determinazione a fare ed a fare rapidamente”. Parola di Ivan Lo Bello. Il vice presidente nazionale di Confindustria, intervistato da BlogSicilia, ha così risposto alla prima domanda sui primi, neanche, 50 giorni del governo Renzi.
‘Incombe’, intanto la campagna elettorale per le prossime elezioni europee e secondo Lo Bello “è evidente che ci troviamo davanti ad un passaggio elettorale estremamente importante perché la politica si confronterà con questa crescente area populista. Il 25 maggio, dunque, avrà effetti significativi sul sistema politico. È una fase complicata – aggiunge – in cui è positiva l’accelerazione del presidente Renzi ma ci sono, oggettivamente, una serie di incognite politiche a livello europeo da non sottovalutare”.
Eppure, in tema di riforme, come quella del Senato, non tutti sembrano d’accordo, come il presidente Grasso?
“Non entro nel merito di queste valutazioni. Noi facciamo gli imprenditori e non entriamo nelle questioni o ‘querelle’ politiche. Il nostro Paese, certo, ha bisogno di un forte cambiamento anche istituzionale ed in tal senso è importante anche la riforma del titolo V. L’attribuzione alle regioni di troppe competenze, come avvenuto negli ultimi anni, ha creato un danno enorme al nostro Paese e ci sono stime molto significative che lo testimoniano”.
Intanto in Sicilia il governo Crocetta non sembra vivere un ottimo stato di salute.
“In Sicilia veniamo da anni molto complessi con una profonda recessione economica che colpisce l’Isola dal 2007. Per valutare dunque il governo Crocetta, dal suo insediamento, bisogna guardare ad una stagione di recessione profondissima che, come detto, in Sicilia è stata molto più forte rispetto al resto del Paese. Nei primi mesi, l’esecutivo Crocetta ha agito fortemente sul terreno della legalità. Basti pensare a tutte le vicende giudiziarie emerse, anche quelle riguardanti la Regione, penso alla formazione professionale e ad altre realtà”.
Ovvero?
“Direi che in questi ultimi mesi ci sono stati dei rallentamenti dovuti ad una eccessiva conflittualità tra l’Ars e la Presidenza e credo che le responsabilita’”.
Intanto si è vicini anche ad un rimpasto. Che ne pensa?
“Come per quelli nazionali anche in ambito regionale non entriamo nel merito delle vicende politiche. Non c’è dubbio che abbiamo la necessità di avere un governo con una ‘buona’ maggioranza senza, ribadisco, voler entrare nel merito del rimpasto che non riguarda Confindustria”.
Nelle scorse settimane ci fu un ‘monito’ forte dal presidente di Confindustria Sicilia Montante
“Antonello ha fatto un intervento che riguardava il sistema delle imprese e della crescita della Sicilia. E lo ha fatto senza ostilità nei confronti del governo ma è stato un richiamo che è stato colto dalla presidenza. C’è sempre una dialettica fra gli interessi legittimi del sistema delle imprese ed il ruolo politico del governo. Sono cose che accadono. Molto spesso si può condividere tanto, altre volte meno e con un confronto magari serrato ma sempre civile. Confindustria non ha ne’ sponsorizzazioni politiche, ne’ pregiudizi politici…”.
Sui nuovi assessori si parla anche di una sorta di asse catanese che tra gli altri vedrebbe anche Angelo Villari ed Antonio Fiumefreddo.
“Le scelte politiche competono al governatore in raccordo con le forze politiche. Le persone elencate le conosco bene, le stimo ed hanno qualità politiche che possono far bene alla Sicilia”.
Se dovessero domandarlo a lei, entrerebbe in giunta regionale?
“Non me lo chiedono perché sanno che non entrerei in giunta. Nel tempo è stata talmente chiara la mia posizione che nessuno, appunto, me lo chiede. Ricordo poi che in Confindustria Sicilia c’è stata una integrazione del nostro codice etico. Non si può svolgere attività politica se non prima decorrono tre anni dalla fine del proprio mandato”.
‘Meglio’ un esecutivo ‘tecnico’ o ‘politico’?
“Credo che bisogna guardare alle persone. Non so se il ‘tecnico’ sia migliore o peggiore del ‘politico’. Quello che interessa alle aziende e ai tanti siciliani e siciliane è che ci sia gente che abbia capacità di governo, trasparenza ed una fortissima visione etica. Queste devono essere le caratteristiche”.
Ma la Sicilia, vista dall’estero e nel resto del Paese è ancora appetibile in fatto di investimenti?
“La Sicilia è sempre stata appetibile e continua ad esserlo. Tutte le legislature hanno visto diverse proposte di investimento. Alcuni si sono realizzati, altri no. È appetibile sotto il profilo del settore turistico così come quello dei grandi investimenti industriali come Priolo. Ci sono aree che riescono ancora ad essere fortemente attrattive. Dobbiamo farlo e dobbiamo essere più veloci nei procedimento autorizzativi”.