Molti arrivano, molti vanno via dalla Sicilia. In una condizione di grave crisi economica, assistiamo a due fenomeni in grado di cambiare profondamente la nostra Isola: la fuga all’estero in cerca di lavoro e l’arrivo di nuove popolazioni. Il processo di sviluppo sembra essersi fermato, per l’assenza di investimenti strategici e i numerosi ostacoli all’iniziativa privata, mentre cresce il desiderio di confronto e integrazione con nuove culture e differenti sistemi.
“Sviluppo contro” è il tema di una serie di conferenze promosse dal Rotary Club Palermo Est per condurre una riflessione approfondita a più voci, sulla necessità di invertire una pericolosa tendenza verso l’impoverimento della città di Palermo e più in generale della Sicilia.
Il primo di questi incontri si è tenuto oggi nei locali della Camera di Commercio di Palermo. “Nuovi siciliani crescono” è stato l’argomento della giornata alla quale ha preso parte il sindaco Leoluca Orlando. un momento di confronto nel corso del quale hanno parlato delle loro esperienze uomini azienda come Angelo Sajeva (Class editori) Renato Magistro (editore Leima), Sarah Di Benedetto (editor della Gifo edizioni), Stefania Morici (Art producer) e imprenditori come Pietro Di Marco e Fateh Hamdan. Il saluto del Rotary è stato portato da Michele Masellis e Giacomo Fanale.
“Il futuro dipende dalle nostre scelte – dice Renato Magistro editore Leima – e la prima scelta da fare è quella di avere il coraggio di restare. Io ho scelto ed un anno fa ho aperto la casa editrice. una scelta che ha pagato tanto che oggi abbiamo una distribuzione nazionale e saremo presenti al salone del libro”.
Ma per ottenere risultati non basta restare, aggiunge Magistro “in Sicilia più che altrove servono scelte precise e coraggiose. Serve saper scegliere. Noi lo abbiamo fatto scegliendo di lanciare messaggi precisi attraverso i nostri libri. Tre scelte precise. Il primo messaggio è stato lanciato con ‘Certe strade semi deserte’, libro che parla dell’esigenza di rilanciare la cultura nei nostri territori. Il secondo è stato un messaggio di legalità con la pubblicazione di un libro scritto da un poliziotto della sezione catturandi. E infine il terzo è stato un messaggio contro il pregiudizio con “etica di un amore impuro” su coppie di fatto e coppia gay”.
Singolare la vicenda di Pietro Di Marco medico ematologo che, lasciato l’ospedale, ha deciso di tornare alla terra e si è impegnato nella coltivazione di mele biologiche in Sicilia. Una produzione che, però, non ha sfondato nell’isola ma è, al contrario, diventata produzione da esportazione: “Beh ‘nemo propheta in patria’ – dice Di Marco – è una nostra caratteristica quella di non apprezzare ciò che fanno i nostri concittadini. Il nostro lavoro, però, è apprezzato ovunque e va bene così”.
Adesso Di Marco guarda alla sponda sud del Mediterraneo e porterà la sua attività in Egitto: “Dobbiamo imparare davvero a considerare la Sicilia come il centro del Mediterraneo che non è solo un mare ma una grande ed importante regione. Lo sviluppo oggi deve guardare da quella parte del mondo. Senza il sud del mondo la vecchia e cara Europa diventa asfittica, rigoristica e viene percepita per quello che oggi è: l’Europa della crisi”.