Non c’è ancora un accordo tra i partiti della maggioranza di Rosario Crocetta e il governatore. Gli animi sono ancora molto accessi e ognuno è fermo nella propria posizione, tanto che il presidente della Regione ha deciso di rinviare il vertice di maggioranza previsto per oggi pomeriggio a Palazzo d’Orleans, da cui, teoricamente, dovevano uscire i nomi del Crocetta-bis, e ha invitato i partiti a riprendere gli incontri bilaterali. “Autoreferenziali” e impegnati nella “ricomposizione del proprio potere”: è l’affondo del governatore della Sicilia.
Il presidente della Regione è stato molto chiaro: “I dikat basati su ‘o fai così o non ti diamo la fiducia’ con me non funzionano, io ho solo un obiettivo: salvare la Sicilia. Sono disposto a perdere tutto ma non la dignità: se vogliono chiudere, l’accordo lo facciamo in tre ore avendo una cornice chiara sotto un cielo limpido e senza nubi del passato, altrimenti si dia via libera al presidente per fare il suo governo”.
“Il governo nuovo non può avere uomini che ritornano dal passato”. Chiude così la porta all’ingresso in giunta di politici che hanno avuto ruoli nei governi precedenti il governatore. Un messaggio diretto agli alleati, in particolare all’Udc che potrebbe riproporre il nome di Giovanni Pistorio, segretario siciliano dell’Unione di centro, di cui pareva ormai certo l’ingresso in giunta. “Discuto da mesi con le forze politiche, chiedono ‘un governo nuovo’ e mi aspetto dunque uomini e donne che non rappresentino alcuna continuità con le esperienze di governo precedenti – afferma Crocetta. – La palude sta proprio nel tentativo continuo di fare riaffiorare il passato che ha vissuto la Sicilia, un passato di due legislature che hanno determinato la crisi finanziaria, economica e sociale della Regione”.
Il governatore chiede agli alleati “netta discontinuità” e bolla come “paradossale” la richiesta di “cambiare la giunta Crocetta proponendo uomini che hanno contribuito al disastro della Sicilia”. “Non posso accettare – avverte – e non ci si inventi veti del presidente su questioni contabili che non esistono. Con i partiti e i cittadini ho fatto un patto in campagna elettorale, la rivoluzione del cambiamento. E questa rivoluzione non si può fare riproponendo uomini dei governi Cuffaro e Lombardo che hanno avuto una fine dolorosa e frustrante per il popolo siciliano. Erano responsabili? Lo diranno la magistratura e la storia, non sono un giudice, non l’ho mai fatto. Ma il cambiamento e il rinnovamento passano dal concetto di discontinuità”.
“In questo ultimo anno – ha concluso Crocetta – ho registrato una Sicilia che soffre per i danni causati dal passato, ma ho anche visto la speranza di tanti cittadini convinti che ce la possiamo fare e quella speranza non può essere delusa. Non si può tornare indietro e indietro non si torna. Io vado avanti a denti stretti, con lo sguardo alto, un paio di scarpe da tennis e lo zaino sulle spalle, sapendo che la lotta sarà dura e la meta comincia ad avvicinarsi”.
Ieri, intanto, la direzione del Pd ha stabilito le candidature per le elezioni europee applicando il limite dei tre mandati, ed escludendo il senatore Beppe Lumia. “Dopo che il Pd siciliano ha deciso la lista per l’Europa, entrerà in scena il circo barnum dell’antimafia”, scrive ironicamente in un tweet il deputato Antonello Cracolici. In molti infatti collegano, la dura presa di posizione di oggi del presidente della Regione con l’esclusione del suo fedelissimo dalle liste per le europee.