Accade tutto al minuto 36 di Sassuolo-Roma. I padroni di casa in azione di contropiede avanzano con Sansone che entra in area dalla parte sinistra e finisce a terra dopo un contatto con Benatia.
L’arbitro Rizzoli inizialmente sembra voler concedere il calcio di rigore. Poi si sposta verso i suoi collaboratori, guardalinee e giudice di porta, circondato da giocatori di entrambe le squadre.
Passano così almeno cinque minuti prima che l’arbitro prenda una deicisione. Il rigore non viene concesso e si riprende con una palla scodellata.
Enormi proteste da parte dei giocatori e della panchina del Sassuolo mentre dagli spalti piovono fischi e urla di tifosi inferociti.
Cosa sarà accaduto in quei minuti? Rimane ancora difficile da decifrare. A maggior ragione perché non si può chiedere al diretto interessato, viste le norme che vietano dichiarazioni ufficiali da parte degli arbitri.
Quindi tocca ai tesserati cercare di dipanare la matassa. Benatia, protagonista dell’azione, tenta di fornire una sua spiegazione: “L’arbitro non avrebbe dato il rigore ma credo che sia stato il giudice di porta a dirgli di concederlo. Poi lui stesso ha chiesto a Sansone il quale ha ammesso di essere scivolato ma allo stesso tempo ha detto di esser stato strattonato per la maglia”.
In casa Sassuolo però nessuno conferma questa versione. Nel senso che dalla società neroverde fanno sapere che nessun conciliabolo tra arbitro e calciatore è mai esistito.
L’allenatore del Sassuolo, Eusebio Di Francesco, ex calciatore della Roma quando era in attività, si dice “stufop degli atteggiamenti dei direttori di gara” che a suo dire avrebbero “chiaramente condizionato” le prestazioni recenti degli emiliani.
In tutto questo bailamme forse la cosa più saggia l’ha detta Rudi Garcia: “Con la moviola in campo avremmo impiegato meno tempo di sicuro”.