La Procura di Palermo tiene strettamente sotto controllo la vicenda dei precari ex Pip siciliani. Lo ha detto il procuratore aggiunto Leonardo Agueci, specializzato nei reati contro la pubblica amministrazione, intervenendo al Laboratorio di formazione socio-politica della diocesi di Cefalù.
“Prassi illegali – ha aggiunto il magistrato – che ha prodotto risultati paradossali come l’erogazione di risorse a chi viveva in condizioni non di necessità ma di privilegio. Si tratta di una grave forma di illegalità perché la funzione pubblica è stata distorta e incide pesantemente sulle risorse destinate alle situazioni di maggiore necessità”. Evidente, anche se sottinteso, il riferimento al dibattito attuale in Ars, nel corso del quale molti deputati regionali si sono schierati contro la soglia minima di reddito prevista dal Governo regionale, impegnato in una guerra contro i “falsi poveri”.
“Teniamo sotto scrupolosa attenzione i casi in cui nel ricorso agli ammortizzatori sociali si imbrogliano le carte. La vicenda dei precari ex Pip di Palermo torna a fagiolo perché si è visto come l’utilizzo degli ammortizzatori, che hanno la finalità specifica di intervenire in situazioni contingenti di reale necessità occupazionale, sia divenuta una forma clientelare di gestione del potere in barba all’applicazione di qualunque regola. E su questo c’è l’attenzione del mio ufficio”.
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