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Aule affollate all’Università di Catania | A marzo al via il secondo trimestre “pazzo”

Proverbialmente “marzo è il mese pazzo”. Se il detto popolare normalmente si riferisce all’instabilità climatica del terzo mese dell’anno, ci sembra quantomeno possibile prenderlo in prestito per descrivere un’altra sua peculiarità.

Marzo rappresenta l’inizio del secondo trimestre di lezioni per molti degli universitari catanesi. Proprio a marzo, ricomincia la frenetica, convulsa e forse incontrollata, vita da studente dell’Università. Si riparte dopo la pausa da esami e lo si fa con la volontà di prepararsi al meglio per la sessione di test estiva. Tra quelli che desiderano fare bene e quanti si accontentano di sopravvivere, c’è chi è costretto a seguire le lezioni in maniera infelice. Capita così, per esempio, agli studenti che scelgono di assistere a Catania agli insegnamenti riservati al secondo anno di Scienze dell’amministrazione e dell’organizzazione.

“Sembra non bastare l’inverosimile programma settimanale (cinque lezioni al giorno per un totale di dieci ore consecutive, senza interruzioni e convogliate soltanto nei primi tre giorni della settimana ndr) – ci dicono molti di loro – spesso siamo costretti a seguire le lezioni in piedi o seduti a terra. Ci chiediamo come sia possibile e reclamiamo aule più capienti. Crediamo sia un nostro diritto”.

Il problema del sovraffollamento delle aule in Italia non è una novità, da decenni si cerca una soluzione. Dalle lezioni al cinema, alle videoconferenze tra più aule. Alcuni atenei hanno ideato un sistema telematico che permette di assistere alle lezioni, non solo in diretta, utilizzando una piattaforma video on-line.

Tornando all’esempio del dipartimento di Scienze politiche di Catania, esiste una sola aula capace di ospitare più di duecento studenti. In generale succede che alcune lezioni siano frequentate non sono solo dagli studenti dell’anno al quale l’insegnamento è assegnato, ma anche da quelli che, non in linea con il programma o fuori corso, non hanno ancora sostenuto l’esame della materia in questione. Nessuno però può vietare loro la frequenza. Le aule tarate per gli studenti in corso, diventano insufficienti ad accogliere quanti vogliono assistere alle lezioni. Risultato? Sovraffollamento e difficoltà per insegnanti e studenti.

Ci chiediamo perché ci sono dipartimenti che consentono di sostenere esami ogni mese e altri che lo fanno solo ed esclusivamente nelle canoniche sessioni. Organizzare un calendario più denso di appelli potrebbe agevolare lo studio, favorendo il superamento di più esami in un anno e determinando una minore affluenza di “ritardatari” alle lezioni, riducendo così , magari parzialmente, il fenomeno del sovraffollamento.

Fino a quando non si troverà una soluzione univoca, le “battaglie” per i posti continueranno, con tutti i disagi del caso. Probabilmente è tutta colpa di Marzo, del resto è il mese che i romani intitolarono al dio della guerra.

 

Luigi Provini

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Luigi Provini
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