Completato il ritiro delle forze armate ucraine dalla Crimea, non si sono ancora spenti gli attriti tra Mosca e l’Occidente. Secondo il Wall Street Journal, il Cremlino avrebbe schierato altri 50 mila soldati sulla frontiera ucraina, destando così, le ire di Washington e di Barack Obama.
“Mosca deve arretrare le truppe dalle frontiere ucraine e avviare colloqui per abbassare la tensione – ha tuonato il presidente statunitense in un’intervista alla Cbs – Avete visto uno schieramento di truppe ammassate lungo il confine con il pretesto delle esercitazioni militari. Non è così – ha concluso Obama – che la Russia si comporterebbe normalmente. Potrebbero avere piani ulteriori”.
Intanto Putin non indietreggia, tutt’altro, rilancia, lodando le capacità delle forze armate russe, che hanno felicemente portato a termine “un test difficile”, nel gestire l’annessione della penisola sul Mar Nero a Mosca, ammettendo così, di fatto, per la prima volta, il coinvolgimento russo nella questione che ha portato alla secessione della Crimea dall’Ucraina.
Mosca ha annunciato, per bocca del ministro della Difesa, Serghei Shoigu, che restituirà al governo di Kiev le unità militari presenti sul territorio Crimeo che hanno rifiutato di unirsi alle armate russe.
Sul fronte Europeo, invece, la Commissione dell’Ue sta lavorando per invertire il flusso del gas dall’Est Europa verso l’Ucraina, anche per fronteggiare l’aumento del prezzo del combustibile previsto dal primo aprile nella ex repubblica sovietica.