La Corte Suprema di Nuova Delhi questa volta ha dato ragione ai marò. Accolto il ricorso presentato dai legali dei due fucilieri italiani, in cui si chiedeva di escludere dal processo la Nia, la polizia speciale indiana che si occupa dei casi di terrorismo. Decade così definitivamente il rischio di una condanna per terrorismo.
L’effetto della decisione dell’alta Corte del tribunale indiano è stato la sospensione immediata del processo. Un piccolo successo, che suona ancora come un rinvio per Massimiliano Latorre e Salvatore Girone. La prossima udienza, infatti, si terrà tra quattro settimane.
Un passo avanti nella vicenda dei due militari italiani, che si trovano nel subcontinente indiano ormai dal febbraio 2012, quando furono accusati dell’omicidio di due pescatori locali, che non si sarebbero fermati agli alt di Latorre e Girone, in servizio di scorta anti pirateria su una nave commerciale.
Continua comunque il braccio di ferro tra i due Paesi, con l’Italia sempre più intenzionata a portare la questione a un livello internazionale. Il premier Renzi, giusto ieri, nel corso dell’incontro con Barack Obama, ha incassato l’appoggio del presidente statunitense.
E prudente appare anche l’inviato speciale del governo, Staffan De Mistura, che non commenta la sentenza. “In questa vicenda – dice – abbiamo avuto troppi alti e bassi e non voglio ancora commentare la decisione che la Corte Suprema ha preso questa mattina: dobbiamo reagire con glacialità, ma spero con efficacia. Aspetto di vedere i dettagli – conclude – potrò esprimermi in merito”.