Arresti domiciliari e sequestri per circa nove milioni di euro per sei indagati nell’inchiesta sul fallimento della società del settore alberghiero San Pio sas. Una operazione, dicono le indagini, effettuata con strutture societarie in Austria, Germania e Gran Bretagna. Le accuse, a vario titolo, sono di riciclaggio e reimpiego di denaro di illecita provenienza, ma anche falso in bilancio e intestazione fittizia di capitali.
I provvedimenti sono stati eseguiti dalla Guardia di finanza di Roma, su mandato della Direzione distrettuale antimafia di Napoli. La Direzione investigativa antimafia ha accertato che una parte dei milioni di euro sottratti al fallimento della società alberghiera è rientrata dall’Austria in Italia con complesse operazioni finanziarie perché serviva alla scalata della Clinica Ruesch spa (nella foto), la società che gestisce una delle cliniche private convenzionate più importanti della Campania.
Tra gli arrestati anche il nipote dell’ex ministro Cesare Previti, Umberto Flesca Previti, commercialista romano; Dino De Megni, padre di Augusto, il bimbo rapito a 10 anni dall’Anonima sarda e poi vincitore della sesta edizione del Grande Fratello; e l’ex presidente del Pisa Calcio, Leonardo Covarelli, imprenditore del settore immobiliare e già coinvolto nell’inchiesta sul fallimento del Perugia calcio nel 2012. Ai domiciliari un docente dell’ateneo La Sapienza di Roma, Antonio Aceti: a lui sarebbe riconducibile una società inglese, “Still Davis limited”, nella quale sarebbero confluiti oltre 2,8 milioni di euro di attivo sottratti al fallimento della San Pio s.a.s. Domiciliari anche per Cristina Lo Sole, figlia di un facoltoso imprenditore romano, Lucio, morto durante l’indagine. A lei sarebbero intestati conti correnti in Austria utilizzati per rimpatriare capitali dall’Austria.
L’indagine però ha anche altri tre filoni, uno dei quali legato al reimpiego di capitali per investirli in due società immobiliari, Iniziativa 2003 srl e New Glen srl. L’inchiesta ha visto anche una rogatoria internazionale per seguire il flusso del denaro. I beni sequestrati, ville e immobili, sono di pregio storico e sono a Bologna, Pisa, Perugia e Roma, ma ci sono anche terreni nel Cosentino.