Massimo Gaggi è il corrispondente da Washington del Corriere della Sera. A bordo dell’Air Force Two è al seguito del presidente americano Barack Obama nelle visite all’estero. Ed è lui oggi il giornalista del quotidiano più diffuso ad aver firmato l’intervista al presidente Usa. Nel giorno della visita, a poche ore, dal primo incontro ufficiale con il Pontefice (l’arrivo in Vaticano puntualissimo alle 10.15), Obama non manca di riservare a Papa Francesco il suo primo pensiero: “Quando il Papa parla, le sue parole hanno un peso enorme. Questo è il motivo per il quale mi sono riferito a lui nel mio discorso sulle sperequazioni nella distribuzione del reddito”.
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Ma poi Obama specifica il suo programma sulla povertà: «Cercherò di illustrare al Pontefice le iniziative che stiamo prendendo negli Stati Uniti per creare lavoro, aumentare i salari e i redditi complessivi e, in definitiva, aiutare le famiglie ad andare avanti. In giro per il mondo la globalizzazione e lo sviluppo dei commerci hanno contribuito in pochi decenni a portare centinaia di milioni di persone fuori dalla povertà. Ma il Papa ha ragione quando dice che questi progressi non hanno raggiunto un numero sufficiente di esseri umani, che troppa gente resta indietro. È per questo che ho promesso che gli Stati Uniti lavoreranno coi loro partner nel mondo con lo scopo di sradicare la povertà estrema entro i prossimi vent’anni e sono ansioso di ascoltare i pensieri del Papa su come possiamo vincere la nostra sfida».
Parla anche dell’Europa al Corriere della Sera e traccia un bilancio della sua visita al consiglio europeo concluso proprio ieri: «L’incontro di ieri a Bruxelles col presidente Van Rompuy e col presidente Barroso è stato per me un’occasione preziosa per riaffermare i legami straordinari tra l’Unione Europea e gli Stati Uniti. A tenerci uniti ci sono valori condivisi: i diritti universali dell’uomo, certo, ma soprattutto la consapevolezza che dobbiamo fare di tutto per difenderli in ogni parte del mondo. Come ho detto a Bruxelles, credo che Stati Uniti ed Europa possano fare ancora di più, lavorando uniti, per migliorare le condizioni comuni di prosperità e di sicurezza. Confido nella presidenza italiana che inizierà in estate per raggiungere questi obiettivi. È di questo che abbiamo discusso l’altro ieri all’Aia col primo ministro, Matteo Renzi. Credo davvero che lui riuscirà a rendere molto produttivo il periodo nel quale l’Italia avrà questa importante leadership».
All’Italia, poi, riconosce un ruolo centrale nelle azioni di peacekeeping nella vasta del Mediterraneo dove Obama annuncia che il ruolo degli Usa resterà forte: «Per quanto riguarda la presenza Usa nel Mediterraneo, voglio essere molto chiaro: non stiamo affatto pensando di ridurla. Anzi, il nostro coinvolgimento nel Mediterraneo sta crescendo, non si sta restringendo. Così come cresce la nostra partnership con l’Italia e gli altri alleati. Siamo molto grati al governo e al popolo dellltalia per l’ospitalità che è stata data ai 30 mila americani in uniforme, uomini e donne, che sono basati nel vostro Paese assieme alle loro famiglie. Vorrei ancora ricordare che appena un mese fa la prima di quattro unità navali della classe Aegis (incrociatori lanciamissili dotati di efficacissimi sistemi di protezione antimissile, ndr) è arrivata in Spagna dove supporterà il sistema di difesa missilistica balistica della Nato e contribuirà ad altre missioni marittime nella regione».