Il vicepresidente di Confindustria, Ivan Lo Bello, punta il dito sul sistema dei beni confiscati. “C’è un oggettivo fallimento da parte dello Stato e delle imprese sane: il 90 per cento delle aziende confiscate sono di fatto già fallite”.
“Occorre mettere in campo – prosegue – delle iniziative con il coordinamento dell’Agenzia per i beni confiscati” ma “è inutile sprecare soldi su aziende ‘decotte’: occorre avere il coraggio di farle fallire, tutelando i lavoratori”, ha detto durante un convegno della Commissione parlamentare antimafia alla Camera.
Per il vicepresidente dell’associazione degli industriali, ci sono invece aziende in salute, e su queste non si può intervenire solo dopo la confisca. Da qui la proposta di “una sorta di white list molto forte di aziende”, selezionate attraverso un bando, “che vogliono concorrere al supporto delle aziende confiscate, e possano rilevarle dopo la confisca”: “Così – ha detto – salviamo alcune aziende, le mettiamo sul mercato, garantiamo i lavoratori e lo Stato dimostra che in quel territorio si può fare impresa senza collusioni mafiose”.
“Confindustria – ha quindi garantito – è disponibile a far entrare nella nostra organizzazione le aziende sequestrate o confiscate per dare loro protezione e garanzie”. Infatti uno dei problemi più rilevanti sono i rapporti con le banche, a questo proposto Lo Bello ha proposto di “prendere una quota dal fondo della Cassa depositi e Prestiti per l’eccesso al credito, da dedicare credito alle aziende sequestrate o confiscate”.