L’Udc scarica Crocetta. “Non mi pare che allo stato attuale – scrive il presidente nazionale dell’Udc, Gianpiero D’Alia- ci siano le condizioni che consentano la nostra partecipazione al governo regionale”.
Dopo ore di vertice di maggioranza, i centristi hanno deciso di riunire gli stati generali del partito. “Penso sia necessario – prosegue D’Alia – a fine settimana convocare il comitato regionale del partito e il gruppo parlamentare all’Ars, così da assumere decisioni definitive al riguardo e nell’interesse dei siciliani”
L’Udc non può accettare, precisa D’Alia, che si snaturi “l’accordo elettorale tra noi e il centrosinistra per un governo del cambiamento e delle riforme, preferendo la nascita di qualcosa di diverso che somiglia più al vecchio governo di Raffaele Lombardo”.
La decisione del partito di D’Alia è arrivata durante un tesissimo vertice di maggioranza, seguito ai diversi
incontri bilaterali tra governatore e alleati. Vertice in cui all’ordine del giorno c’è ancora il rimpasto della giunta di Rosario Crocetta, a cominciare dalla sostituzione del
posto lasciato vuoto all’Economia da Luca Bianchi.
L’Udc starebbe pressando per l’ingresso di Giovanni Pistorio in giunta. Ostile il presidente della Regione che avrebbe messo il veto per via di una condanna della Corte dei Conti.
E Crocetta non sembra volere arretrare. “Non intendo fare una giunta di parlamentari, saranno ancora assessori tecnico-politici”, ha detto Crocetta. Resteranno in carica Vancheri, Borsellino, Stancheris e Scilabra. Il braccio di ferro sugli assessori è tra Udc e Articolo 4 che reclama due esponenti nella giunta di governo.
E rispondendo alle accuse del deputato Marco Forzese, che aveva detto: “I parlamentari meritano di entrare in giunta, non sono figli di un dio minore”; Crocetta ha replicato: “Infatti sono figli di un dio maggiore, infatti sono stati eletti per fare i parlamentari, non per fare gli assessori”.
Il criterio su cui si sta ragionando è quello della rappresentanza in base alla proporzionalità di ognuna delle singole forze che compongono la maggioranza. Pur di chiudere l’accordo, Crocetta avrebbe informato gli alleati di essere disposto a rinunciare a una delle quattro nomine che gli spettano come stabilito dal patto pre-elettorale, confermando Borsellino e Vancheri e tenendo per sé la terza indicazione. “Agli assessori ho detto come stanno le cose”, ha riferito il governatore.
Dunque i conti sono presto fatti: al Pd vengono confermati 4 assessori (uno di questi è Nelli Scilabra, confermata in base agli accordi in corso) come da patto originario avendo matenuto la propria rappresentanza all’Ars, uno al Megafono (Michela Stancheris), mentre, in base a questo principio, l’Udc, che intanto ha perso quattro parlamentari all’Ars, dovrebbe passare da tre a due assessori, facendo così spazio a Drs, mentre gli ultimi due assessorati dovrebbero andare ad Articolo 4 (uno dei due posti “ceduto” dal governatore). Ma l’Udc insiste nella richiesta di mantenere inalterati gli accordi pre-elettorali.