Michele Masneri è presuntuoso? Forse. Quando ha scritto “finalmente un libro serio, che non ha paura di fare le pulci a questo Paese” parlando del libro di uno dei suoi protagonisti, in realtà, per trasposizione, pensava al suo “Addio, Monti” (edito da minimumfax)? Forse. E se così fosse, vorremmo la risposta più semplice e coraggiosa: “Sì, in fondo è così”.
Perchè “Addio, Monti” è un libro coraggioso, che non ha paura di dire agli italiani – ai romani in realtà, ma non sono altro che la parte per il tutto – che sono, per la maggior parte, un popolo fatto di stereotipi e clichè. Ovviamente, sono molti quelli che si sono “incazzati” dopo aver letto le pagine del libro del giornalista Masneri: sui social dedicati alla letteratura, non sono pochi i commentatori che hanno scritto descrivendo il libro come un coacervo di luoghi comuni.
Ed è così che ho iniziato la lettura di questo testo. Salvo poi ricredermi: quante volte anch’io ho pensato delle persone che avevo intorno, le stesse cose che Masneri ha il coraggio di scrivere in un libro che sarà letto da migliaia di italiani? Noi siamo quelli che inorridiamo al pensiero di guardare un programma di Maria De Filippi, ma saremmo onorati di poterla intervistare.
Siamo quelli che deridono Federico Moccia, ma non risparmiamo recensioni sui suoi libri se portano contatti ai nostri mezzi di informazione. Siamo quelli che “per me la lettura è tutto e il libro lo voglio di carta e non attraverso quello stupido mezzo elettronico” ma poi compriamo alla Mondadori basando le nostre scelte soltanto sugli sconti del tavolo all’ingresso.
Masneri ci ha “pittato”, come si dice in Sicilia (trad. ci ha fatto il ritratto) ed è per questo che questo libro ci fa arrabbiare, nonostante duri appena il tempo di una spesa alla Sma di Amba Aradam, vicino al quartiere Monti.
Quartiere che è il vero protagonista di questo libro. Io stessa, palermitana DOC con il mito della Capitale, ogni volta che mi trovo a Roma non posso fare a meno di perdermi nelle viuzze di quello che pare sia il quartiere più antico di Roma (se non ci fosse Trastevere a cercare di togliergli il primato, in una battaglia che i romani conoscono bene). A Monti vivono praticamente tutti i protagonisti del libro, anche quelli che hanno tentato di riabilitare il Pigneto con il solo scopo di abbandonarlo il prima possibile.
Una delle cose più sorprendenti di questo libro è che riesce a raccontarti una storia, ambientata tra Roma e Cortina, i cui protagonisti sono giovani rampolli della società italiana, nel tempo di quattro chiacchiere scambiate nel corso di una spesa.
Michele Masneri è presuntuoso? Forse. Ma secondo me può permetterselo. Con il suo libro di esordio ha fatto centro. E lo dimostra la vostra rabbia.