Tre persone sono state arrestate dai carabinieri del comando provinciale di Vibo Valentia a Stefanaconi, paese del Vibonese, perché considerati i mandanti e gli esecutori dell’omicidio di Antonino Lopreiato, 46enne ucciso la sera dell’8 aprile 2008. In manette sono finit Emilio Antonio Bartolotta, 36 anni, Annunziata Foti, 38 anni, e Francesco Calafati, 39 anni.
I provvedimenti di custodia cautelare sono scattati nell’ambito dell’operazione Amarcord che mira a far luce sulla faida fra i gruppi contrapposti dei Bartolotta e dei Patania di Stefanaconi. L’omicidio di Lopreiato, detto “Ninu i murizzu”, rappresentò infatti il primo segnale della faida.
Secondo l’accusa, la vittima sarebbe stata un “esponente di spicco dell’omonima cosca” di Stefanaconi, da sempre vicino al clan Patania, ritenuto il “braccio armato” del gruppo Lopreiato. Antonino Lopreiato, oltre che da “rapporti di assidua frequentazione”, era legato ai Patania pure “da vincoli di parentela”. La vittima era inoltre fratello di Salvatore Lopreiato, 52 anni, alias “Zorro”, condannato il 17 marzo scorso ad 8 anni e 4 mesi nel processo nato dall’operazione “Gringia”. Salvatore Lopreiato era a sua volta “cognato di Giuseppe Greco, già soggetto di spicco della cosca Bonavota di Sant’Onofrio” e poi allontanatosi da tale consorteria.
L’omicidio di Lopreiato sarebbe quindi maturato nell’ambito di uno scontro fra il clan Lopreiato-Patania da un lato (la vecchia “Società maggiore” di Stefanaconi) ed un nuovo gruppo criminale vicino ai Bonavota nato nel 2007 attorno alle figure di Emilio Antonio Bartolotta e Francesco Calafati, due degli odierni fermati dell’operazione “Amarcord”.