Governo battuto due volte, in commissione Affari costituzionali al Senato, sul progetto di revisione delle province firmato Delrio. In particolare, governo e maggioranza sono stati battuti su un emendamento dell’opposizione che restituisce alle Province le competenze sull’edilizia scolastica; mentre è stato bocciato l’emendamento del relatore, Francesco Russo (Pd), che fissava un tetto all’indennità dei presidenti delle Province.
Non un problema, visto che il testo è passato comunque ed è adesso al vaglio dell’Aula di Palazzo Madama, ma è un dato politico non insignificante. Soprattutto alla luce del rischio ancora più grosso che il Governo ha corso non appena iniziata la discussione: la pregiudiziale di costituzionalità presentata dal M5S non è passata per appena quattro voti.
I sì, infatti, sono stati 112 e i no 115; c’è stata un’astensione che al Senato vale come voto contrario. Uno scarto troppo ridotto se si considera che la maggioranza avrebbe potuto contare su 169 senatori. Uno scarto che evidenzia i mal di pancia presenti nelle fila che sostengono il governo Renzi.
“Renzi e soci stavano per prendere la prima sonora scoppola su ddl Delrio. Alla prossima”, così su Twitter il senatore 5 Stelle Vito Petrocelli. Poche le altre reazioni: da una parte si sa che si tratta soltanto di un inciampo, ma non gravissimo; dall’altra conta il fatto che comunque il contrattempo non impedisce al progetto di sbarcare all’esame dell’assemblea dei senatori.
Intanto, la discussione generale sul ddl di riforma delle Province prosegue a Palazzo Madama, mentre le votazioni degli emendamenti inizieranno domani. Emendamenti che, secondo quanto si apprende, sono circa tremila. La vicepresidente di turno al Senato, Valeria Fedeli, ha annunciato che domani, entro le 18, dovrebbe esserci il voto finale.
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