L’iPhone è stato progettato per durare due anni e per questo Steve Jobs, nel 2010, sostenne fosse un ottimo dispositivo in cui investire grazie agli alti margini di guadagno: il report del CIRP (Consumer Intelligence Research Partners), conferma questo dato.
Secondo l’analisi infatti, l’iPhone viene sostituito più o meno ogni due anni, principalmente a causa della scadenza del contratto stipulato con l’operatore mentre i Mac vengono messi da parte ogni 4 anni per colpa del rallentamento delle prestazioni. Gli iPad, invece, vengono “riciclati” all’interno della propria famiglia dopo un periodo simile a quello dei melafonini.
L’obsolescenza programmata non è una novità, e basta guardare la lentezza degli iPhone meno recenti aggiornati agli ultimi firmware per capire che si tratta di una strategia di marketing che, diciamolo, funziona alla perfezione: nonostante l’hardware possa supportare bene le nuove features introdotte, si ci si ritrova tra le mani un device lento e, a volte, quasi inutilizzabile.