Un’incredibile rivoluzione che da tempo sognavano studiosi, ricercatori e appassionati. La Biblioteca Apostolica Vaticana ha firmato un accordo con la giapponese NTT Data per la digitalizzazione di tre mila manoscritti. Ma si tratta solo del primo step che durerà circa quattro anni.
Il passaggio dalla carta al digitale potrebbe coinvolgere tutti gli 82.000 manoscritti conservati alla Biblioteca, per un totale di 41 milioni di pagine da scansionare, archiviare e rendere disponibili a tutti online: in termini informatici si tratta di ben 43 peta byte (milioni di miliardi di byte).
“Digitalizzare gli 82.000 manoscritti della Biblioteca Apostolica Vaticana è un compito che ci siamo assunti ormai da anni; e già abbiamo potuto creare contatti con Istituzioni culturali e con Società che condividono e sostengono la nostra impresa”, ha detto monsignor Cesare Pasini, Prefetto della Biblioteca Apostolica Vaticana.
Un dono inestimabile per la conservazione, la divulgazione ma soprattutto l’accesso alla conoscenza, che sarà a un click di distanza. Per poter finanziare l’intero progetto, la Biblioteca Apostolica Vaticana si affiderà anche alle donazioni private che potranno essere effettuate anche online: i donatori potranno vedere il loro nome associato alle pagine che hanno contribuito a digitalizzare.
Per la firma dell’accordo è arrivato in Italia il presidente della Corporation giapponese, Toshio Iwamoto. “Siamo lusingati di prendere parte a questa iniziativa storica”, ha detto. “Con questo progetto, NTT Data si impegna a dare un contributo all’arte e al mondo accademico, oltre che al business, impegnando il proprio know-how e le proprie risorse IT in un progetto di portata mondiale”.
Altissima tecnologia quindi per salvare un patrimonio antico e senza tempo. Le immagini digitalizzate saranno disponibili online. L’utente potrà effettuare ricerche da diverse angolature e accedere ai documenti dal browser, comodamente da casa.
Altissima definizione, applicazioni per il risparmio energetico, gestione dei metadati per migliorare l’efficienza nella ricerca, algoritmi di ricerca ottimizzati e un’interfaccia user-frendly per eseguire ricerche. Il progetto iniziale costerà circa 18 milioni di euro e ha come primo obiettivo la digitalizzazione di circa 3 mila manoscritti nell’arco di quattro anni.
Ma non è il primo passo per il digitale: la Biblioteca è al lavoro da anni in questa direzione. Attraverso collaborazioni con enti e fondazioni sono stati digitalizzati circa 6.800 testi, sebbene per il momento ne siano disponibili online solo 300. Grazie a precedenti collaborazioni altri 4.200 sono destinati a passare alla versione digitale entro il 2018.
Sul criterio di scelta dei testi da digitalizzare monsignor Pasini ha detto che “sono stati selezionati, d’intesa con NTT Data, tra quelli considerati più significativi, ma in generale è stato deciso di partire da quelle collezioni che non creavano problemi nella gestione dei materiali. Per favorire una buona partenza – ha precisato – abbiamo deciso di lasciare da parte per il momento quelli più delicati e di più difficile gestione”.