HP si appresta a lanciare la sua prima stampante 3D a giugno: Meg Whitman, CEO del colosso americano, ha sostenuto durante uno degli ultimi incontri con gli azionisti di volerne produrre in volumi per rendere il prodotto più commerciale e alla portata di tutti. Anche se è la stessa Whitman ad evidenziare i difetti principali con cui si trovano ad avere a che fare questi nuovi dispositivi: la lentezza (“Attualmente, è come guardare il ghiaccio sciogliersi”) e la precisione con cui vengono stampati gli oggetti.
Secondo le prima stime, gli introiti di Hewlett-Packard derivanti dalla vendita di stampanti 3D, potrebbero raggiungere quota 11 miliardi di dollari entro il 2021, grazie soprattutto alla diffusione in ambito enterprise e consumer: “Il mercato maggiore – ha affermato la Whitman – sarà quello delle imprese”, che grazie alla stampa 3D, potranno realizzare componenti e prototipi in modi prima impensabili. Secondo gli studi IDC, citati da PCWorld, la crescita delle stampanti tridimensionali potrebbe crescere nel 2014, rispetto al 2013, del 67%.
Se dal lato hardware il prodotto risulta ancora troppo giovane, non si può dire lo stesso del lato software: non solo l’introduzione nativa in Windows 8, ma anche Photoshop ha aggiunto il supporto alla stampa 3D, permettendo una facile creazione dei futuri contenuti da stampare.