La tensione tra Ucraina e Russia non accenna a diminuire. L’ultimatum lanciato da Kiev, che aveva dato tre ore di tempo per liberare il comandante della Marina ucraina, contrammiraglio Serhiy Haiduk, è scaduto alle 20 ora italiana ma non ha avuto conseguenze. Da Mosca il ministro della Difesa russo, Sergeiy Shoigu, ha chiesto alle autorità filo-russe di Crimea il rilascio immediato del contrammiraglio Haiduk, bloccato nel quartier generale della Marina ucraina di Sebastopoli.
Ma accanto a questo segnale distensivo arriva l’occupazione di un’altra base navale in Crimea, a 30 chilometri da Simferopoli. Non ci sono stati scontri a fuoco perché, come ha detto l capitano di corvetta ucraino, Eduard Kusnarenko, “i russi sono arrivati e ci hanno chiesto di lasciare la base. Domani, però, cercheremo di tornare ai nostri posti”.
Il governo di Kiev studia una strategia per uscire da questa situazione. Come prima cosa ha intenzione di chiedere al segretario generale delle Nazioni Unite, Ban Ki-moon, di far sì che la Crimea (definita Repubblica Autonoma -ndr-) diventi una zona “demilitarizzata”. In pratica l’Ucraina vuole che la Russia ritiri le proprie truppe presenti nella regione così come ha iniziato a fare Kiev. Nel frattempo le truppe dislocate sul territorio ucraino sono state messe “in stato di massima allerta da combattimento”.
L’Ucraina, a protezione dei propri confini, ha anche deciso di schierare lungo la frontiera il grosso del proprio esercito. Dalla Crimea, intanto, stanno rientrando tutti i militari presenti in zona e le loro famiglie.
Le relazioni tra i due Paesi sono sempre più fredde. Nell’ambito del progressivo allontanamento tra Kiev e Mosca si inscrive anche la decisione di abbandonare la Comunità degli Stati indipendenti da parte degli ucraini. “Il processo per ritirarci è già iniziato” ha detto il responsabile del Consiglio della Difesa e della sicurezza ucraina, Andriy Parubiy.
I segnali che arrivano da Mosca sono altrettanto preoccupanti. La Russia, Putin in primis, considera la Crimea parte della Federazione e rispondono alle sanzioni annunciate dagli Stati Uniti con la promessa di nuove misure da adottare.
Barack Obama in serata ha dichiarato ufficialmente che non ci sarà alcun intervento militare americano nella regione. Troppo fragile l’equilibrio della zona, e troppo forte il rischio di far divampare un conflitto con la Russia. “Non ci faremo coinvolgere in alcuna escursione militare in Ucraina – ha detto Obama alla rete televisiva KSND -. Penso che anche gli ucraini riconoscerebbero che per noi confrontarci con la Russia militarmente non sarebbe appropriato e non sarebbe neanche un bene per la stessa Ucraina”.
A mediare tra le due parti ci proverà Ban Ki-moon. Il segretario generale delle Nazioni Unite sarà a Mosca domani e venerdì si recherà a Kiev. Il Consiglio di sicurezza dell’Onu ha espresso la sua grande preoccupazione per l’escalation delle tensioni, non solo in Crimea e a Kiev ma anche nella parte orientale dell’Ucraina.
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