È ancora avvolta nel mistero la scomparsa del Boeing 777 della Malaysia Airlines e ad oggi non si esclude nessuna pista. Il co-pilota del volo MH370, Fariq Abdul Hamid, 27 anni, aveva detto: “Tutto bene, buonanotte” e dopo quelle parole c’è stato solo il silenzio.
Le autorità malesi, come riportano i media britannici, starebbero lavorando ancora sulla pista terroristica, non escludendo che ad aver dirottato l’aereo possano essere stati i talebani.
Intanto su Facebook hanno iniziato a circolare dei video sul dirottamento: bisogna prestare attenzione perché in realtà sono dei virus.
Ma dietro la scomparsa dell’aereo ci sarebbe anche un piano ben studiato e supportato da tecnologia sofisticata. Secondo quanto spiegano alcuni funzionari di alto livello americano sulla pagine del New York Times, la virata che ha dirottato il Boeing 777 è stata compiuto con il computer di bordo che si trova nella cabina di pilotaggio.
Una mano esperta ha deviato la rotta, su questo non ci sembrano essere dubbi: otto tasti premuti sulla tastiera del Flight Management System hanno programmato il mutamento di rotta, scegliendo la posizione e il momento esatto per farlo. Nessuna virata brusca, quindi. L’esperto avrebbe infatti scelto “l’attimo perfetto”, ovvero la posizione tra lo spazio aereo malaysiano e quello vietnamita nella quale le torri di controllo si passano le consegne. Tra i 227 passeggeri del Boeing 777 ci poteva anche essere un tecnico in grado di compiere un’operazione del genere.
Oltre al comandante Ahmad Shah Zaharie, 53 anni, un altro membro dell’equipaggio aveva a casa un simulatore di volo: lo steward Tan Size Hiang, 46 anni, padre di una bimba che ha compiuto 5 anni il 14 marzo. Molti piloti e appassionati, però, hanno a casa un simulatore: costa non più di 3 mila dollari.
Ma le ipotesi si moltiplicano. Secondo l’esperta anti-terrorismo, Sally Leivesley, ex funzionario del ministero dell’Interno britannico, l’aereo potrebbe essere stato dirottato addirittura con uno smartphone o con una semplice chiavetta Usb. La velocità, l’altitudine e la rotta dell’aereo potrebbero essere state modificate attraverso segnali radio inviati da un dispositivo elettronico, con codici creati da “cyber-terroristi” che sarebbero riusciti a introdursi nei sistemi dell’aereo.
A dieci giorni dalla scomparsa dell’aereo anche la Cina ha avviato le ricerche sul proprio territorio. L’ambasciatore cinese in Malaysia ha precisato che le operazioni si svolgono nelle regioni del paese situate ”nel corridoio aereo settentrionale”, fra le rotte possibili seguite dall’aereo. In totale così sono 26 i paesi che si stanno occupando delle ricerche. Ma finora, del Boeing 777 e delle 239 persone che erano a bordo, non è stata rinvenuta alcuna traccia.