Paolo Maldini si sfoga dalle colonne della Gazzetta dello Sport e non le manda a dire a dirigenza e calciatori del Milan. “Il mio Milan è stato distrutto – ha detto ‘ex capitano rossonero in una lunga intervista concessa al quotidiano milanese -. Sono arrabbiato e deluso. Ho seguito tutte le partite della squadra negli ultimi anni e non vedo un progetto. Si sta buttando via quanto costruito negli ultimi 10 anni”.
Parole dure quelle riservate ad Adriano Galliani: “Si sente onnipotente, vuole fare tutto lui e questo non è possibile. Braida è stato messo ai margini degli ultimi anni. E la logica di affidarsi sempre agli stessi procuratori non paga perché possono farti fare l’affare una volta, non sempre”.
“Se ti circondi di gente capace qualche errore in meno lo fai – ha aggiunto Maldini -. Prima c’era Leonardo che aiutava a capire se u giocatore potesse essere da Milan. E quando lo stesso Leo mi ha proposto come direttore sportivo Galliani ha risposto che si tratta di ‘una figura superata’. ovviamente non è vero”.
Naturale a questo punto spostare il fuoco su Barbara Berlusconi, visti i recenti conflitti proprio con Adriano Galliani. Inoltre Maldini sarebbe dovuto essere uno dei nomi principali della ristrutturazione voluta dalla giovane amministratrice: “Non credo sia un esperta di calcio e calciatori – ha ammesso l’ex bandiera rossonera -. Qualche tempo fa abbiamo avuto due colloqui e dopo la divisione delle competenze sono stato indicato come il successore di Galliani per l’area tecnica, ma io non ho più sentito nessuno. Lei mi voleva per trasmettere tutto ciò di cui abbiamo parlato finora, io ero pronto per un ruolo nell’ambito sportivo, ma non c’è stato un seguito”.
Maldini salva il neo tecnico, Clarence Seedorf: “Ha grande coraggio e personalità ma naturalmente difetta di esperienza. In ogni caso lui no ha colpe. Manca la chiarezza degli obiettivi. Forse per arrivare a fine stagione si poteva prendere un allenatore piu’ conservativo, per poi iniziare bene l’anno prossimo. Cosi’ c’è il rischio che si bruci. In questa situazione nemmeno Guardiola avrebbe potuto far nulla”.
Analizzando il periodo negativo che sta vivendo Mario Balotelli, Maldini non trova risposte. Ma ha alcune certezze: “Mario non è ancora un campione. Così come non lo era Pato. Lo sarà nel momento in cui lo vedrò tmettersi la squadra sulle spalle e trascinarla alla vittoria. Finora l’ha atto solo a tratti. Io non lo conosco, ma ho l’impressione che se andasse alla Juve, dove c’è una squadra con le idee chiare, un allenatore tosto e un gruppo solido di italiani farebbe il salto di qualità. Comunque è sbagliato mettere tutto il peso sulle sue spalle. Non è il salvatore della patria”.