I giudici della terza sezione penale della Corte di Cassazione stanno per decidere se confermare o meno i due anni di interdizione dai pubblici uffici disposti nei confronti di Silvio Berlusconi dalla Corte d’Appello di Milano lo scorso 19 ottobre.
Nel pomeriggio, il pg della Cassazione, Aldo Policastro ha sollecitato il rigetto del ricorso degli avvocati Franco Coppi, Pietro Longo e Niccolò Ghedini per il processo Mediaset in quanto “sono irrilevanti e manifestamente infondate” le questioni di legittimità costituzionale.
“La determinazione della pena accessoria pari a 2 anni di interdizione dai pubblici uffici – ha detto il pg – risponde ai criteri previsti dalla nostra Costituzione. La sentenza passata in giudicato ci consegna una realtà fattuale assolutamente insuperabile e circostanze oggettivamente accertate. Le condotte sono da valutare in tutta la loro portata”.
Il collegio difensivo dell’ex premier, invece, ha chiesto di sospendere il procedimento italiano sulla pena accessoria e trasmettere gli atti alla corte Europea di Strasburgo affinché valuti se sono cumulabili le sanzioni sull’incandidabilità riviste dalla legge Severino e l’interdizione stessa.
Secondo Franco Coppi “la sanzione prevista dalla legge Severino si accumula indebitamente con la pena accessoria. Il legislatore italiano – ha aggiunto il penalista – continua a mettere a punto provvedimenti con effetti schizofrenici, come nella normativa vigente”. Coppi, dunque, sollecita “un rinvio pregiudiziale” della questione alla corte Europea dei diritti dell’uomo, proprio sulla base della recente sentenza, deposita il 4 marzo scorso, che è stata favorevole a Franzo Grande Stevens.
I difensori del leader di Forza Italia, in subordine, chiedono che gli atti del processo vengano inviati alla corte Costituzionale, sollevando due questioni di legittimità sull’articolo 13 del decreto legislativo 74/2000, inerente i reati tributari. L’articolo in questione prevede attenuanti e sconti sulla pena accessoria per chi estingue il debito tributario: “A nostro parere – afferma Coppi – vi sono profili di illegittimità perché questa norma non consente a Berlusconi di estinguere personalmente il debito tributario”. Infine, Ghedini e Coppi chiedono, come terza istanza, ai giudici della suprema Corte di annullare la sentenza d’appello-bis sull’interdizione dell’ex premier, con un nuovo rinvio degli atti davanti al giudice di merito: “Due anni sono eccessivi, questa pena accessoria è sbagliata”.
Qualora i giudici dovessero confermare la pena accessoria, per Silvio Berlusconi tramonterebbe ogni possibilità di candidatura alle prossime elezioni Europee.