Il presidente della Regione Crocetta “alza la voce” e rivendica la bontà della sua azione di governo. La sensazione è che il presidente intenda mandare segnali precisi, ad amici e nemici.
Rifiuta l’idea di un azzeramento della giunta proposto dal segretario regionale del Pd Raciti ma non sembra riluttante all’ipotesi di un rimpasto “mirato”; scarica sul presidente dell’Ars Ardizzone la “responsabilità” dell’interlocuzione con il Commissario dello Stato a proposito dell’abolizione delle Province e sui debiti del Governo attribuisce precise responsabilità ai precedenti governi.
Crocetta critica anche l’atteggiamento delle imprese siciliane che vorrebbero la botte piena e la moglie ubriaca ma distingue nettamente la posizione di Confindustria e in particolare di Antonello Montante e Ivan Lo Bello, definendoli eroici.
Antonello Montante, che proprio in questi giorni ha acceso il dibattito sulle modalità necessarie per l’accensione di un mutuo da un miliardo, non è presente all’incontro ma c’è Alessandro Albanese che rappresenta Confindustria Palermo e “tiene” saldamente la posizione espressa dal leader siciliano.
“Invece delle lamentele – dice Crocetta – si dovrebbe fare una denuncia forte per capire dove siano finiti questi 850 milioni che erano destinati a pagare le imprese, come si siano potuti spendere oltre i bilanci. Oggi ripariamo a un torto subito dalla Sicilia e dall’imprenditoria. Con senso di responsabilità dobbiamo immaginare un percorso che permette di sbloccare i pagamenti. Non farlo sarebbe criminale”.
“Il mio governo lotta gli sprechi più di quanto fanno le imprese siciliane – continua il governatore – è chiaro che non mi riferisco a Montante, a Lo Bello e agli imprenditori che considero eroici. Bisogna rendersi conto che siamo tutti dentro un sistema. Non vorrei che chi vuole le riforme diventi obiettivo di attacchi continui, anche in questo caso non mi riferisco a Confindustria”.
La riforma delle Province, salutata come un grande successo politico, non ha ancora avuto l’approvazione da parte del Commissario dello Stato, passo che fu fatale per la Finanziaria. Il governatore, tuttavia, appare tranquillo: “Mi aspetto che la riforma delle Province passi indenne dal vaglio del Commissario – dice Crocetta -, del resto il presidente dell’Ars ha detto che aveva fatto le sue verifiche. Io rispetto i ruoli”.
Ma a turbare i pensieri del presidente della Regione c’è anche un partito, il Pd, che spinge per un azzeramento della giunta di governo. Sul rimpasto Crocetta ha più volte dimostrato apertura, su altre ipotesi è invece tranciante. “Azzerare la giunta? Non se ne parla – dice il governatore – Si azzera per fare un nuovo governo, e in tal caso servirebbe anche un nuovo presidente. Il presidente non è stato eletto dai partiti ma dai cittadini in collaborazione con i partiti e con questi ultimi va trovata l’intesa”.
Sull’ingresso in giunta di esponenti di Articolo 4 e Drs, il governatore ha sottolineato che “è il problema principale, ma io faccio anche un altro ragionamento: noi abbiamo concordato un programma e lo abbiamo portato ampiamente avanti perché la spesa europea è stata sbloccata, perché le riforme si stanno facendo, perché non abbiamo fatto macelleria sociale, perché il bilancio lo stiamo risanando. Sono risultati evidenti di fronte a tutti. Mentre altri governi hanno distrutto la Sicilia e l’hanno portata in una situazione terribile di dissesto, questo governo sta facendo esattamente l’opposto”.
Piena fiducia invece sul segretario generale della regione Patrizia Monterosso, condannata dalla Corte dei Conti a un maxi risarcimento per una vicenda legata alla Formazione. “E’ un giudizio di primo grado, siamo in uno Stato democratico e garantista. Si ha tanta garanzia per chi sta in carcere per reati di mafia e invece un problema amministrativo lo facciamo diventare una cosa grossa. La condanna erariale viene estinta con il risarcimento, non ci sono altre misure previste dalla legge e il rapporto di nomina comunque è fiduciario”.