Il “piano Cottarelli” – Carlo Cottarelli, l’economista direttore degli affari fiscali del Fondo monetario internazionale a cui Enrico Letta nel novembre del 2013 ha affidato l’incarico di commissario straordinario per la revisione della spesa pubblica – c’è, esiste e non è solo una invenzione giornalistica. A Palazzo Chigi ne è depositario maximo il sottosegretario alla presidenza del Consiglio dei ministri, Graziano Delrio che ne aveva annunciato nella conferenza stampa fiume del premier Renzi lo scorso 13 marzo, la diffusione entro una quindicina di giorni. E ieri di fatto ha indicato la cifra complessiva di tagli previsti nell’arco del triennio: 32 miliardi di euro, ha detto.
Da ieri Il Tempo, storico quotidiano romano ‘in faccia’ proprio alla sede del governo a piazza Colonna, ne anticipa sostanziosi passaggi. Come quello sulle ipotesi di tagli alle cosiddette pensioni d’argento su cui però l’esecutivo Renzi non sarebbe intenzionato a intervenire.
Ma nel piano è contenuto molto altro: tagli all’Arma dei carabinieri, ai Comuni e alle Regioni e alla politica. Dall’impianto suggerito da Cottarelli, insomma, parte l’ipotesi di una revisione della spesa militare annunciato la scorsa settimana al Senato dal ministro della Difesa, Roberta Pinotti. Si tratta di “proposte per una revisione della spesa pubblica” nel triennio 2014-2016, che in teoria sfrutteranno “risparmi lordi massimi”, come spiega Cottarelli nel testo, per 7 miliardi su base annua.
Nel documento si legge che “2,2 miliardi vengono recuperati dall’efficientamento diretto (800 milioni da iniziative su beni e servizi, 200 dalla pubblicazione telematica degli appalti pubblici, 100 da consulenze e auto blu, 500 dagli stipendi dei dirigenti della Pubblica amministrazione, 100 da corsi di formazione, 100 dall’illuminazione pubblica, 400 da proposte indicate come varie); 200 milioni da riorganizzazioni (riforma province e spese enti pubblici); 400 da costi della politica (tagli a Comuni, Regioni e finanziamento ai partiti); 2 miliardi da trasferimenti a imprese e famiglie (un miliardo dai fondi statali alle aziende soprattutto di autotrasporto, 400 milioni da quelli regionali, 200 da microstanziamenti, 100 dal trasporto pubblico locale e 300 da quello ferroviario) e 2,2 miliardi da spese settoriali (1,4 da pensioni, 300 milioni dalla sanità, 100 dalla difesa, 200 dall’allineamento della contribuzione delle donne, 200 da revisione delle pensioni di guerra)”.
Ma il piano esprime anche alcuni dubbi del commissario Cottarelli, specialmente per il fatto che “i risparmi di spesa indicati sono al lordo di possibili effetti sulle entrate; lo spazio effettivamente disponibile per ridurre il cuneo fiscale dipende dall’impatto sul quadro macroeconomico e dai relativi effetti sulle entrate”. Fra le “criticità” di questo piano, infine, Cottarelli indica che “una parte rilevante dei risparmi di spesa andrebbero a riduzione del deficit, non della tassazione, soprattutto nel 2015 e nel 2016”. Un passaggio che è stato il vero nodo della missione tedesca del premier Matteo Renzi che alla cancelliera Merkel di fatto chiedeva un appoggio sulla destinazione d’uso dei risparmi per dirottarli sul cuneo fiscale e non per calmierare il debito pubblico italiano.
Nel piano di tagli alla pubblica amministrazione redatto da Cottarelli, la scure più pesante ricade certamente sulla voce di beni e servizi acquistati dallo Stato in cui sono previsti riduzioni per 10,3 miliardi di euro nei prossimi tre anni. Quindi 6,6 miliardi di tagli sono previsti nella voce dei trasferimenti alle imprese partecipate, fra statali e regionali. Nel settore della Difesa – senza ancora sapere se nel piano rientri anche la riduzione del numero di F35 acquistati dallo Stato – sono previsti risparmi di 2,6 miliardi fino al 2016. 2,4 miliardi arriveranno invece dall’accorpamento di funzioni fra i cinque corpi di polizia italiani e dall’eliminazione delle sovrapposizioni.
Previsti tagli anche agli stipendi dei dirigenti dello Stato a cui verranno applicate riduzioni dall’8 al 12% con un risparmio previsto di 1,7 miliardi.
Nel triennio, inoltre, Cottarelli indica alcune significative sforbiciate al sistema del trasporto ferroviario e locale con un risparmio indicato di 5,5 miliardi. E nel settore del trasporto, secondo il commissario straordinario per la revisione della spesa, a contribuire notevolmente con il taglio alle sovvenzioni dovrebbero essere le cosiddette lobby dei tir.