“L’impatto della criminalità sull’economia vale la sottrazione del 4-5% del Pil italiano, con effetti pesanti sul tessuto imprenditoriale e ferite di natura sociale e culturale”. Lo ha detto Ferruccio Dardanello, presidente di Unioncamere, intervenuto a Palermo al forum sulla legalità alla Camera di Commercio.
All’iniziativa promossa da Unioncamere a Palermo ma che sarà itinerante, sono intervenuti il sindaco, Leoluca Orlando, il presidente della Ccia di Palermo, Roberto Helg, Rosanna Montalto, responsabile dello sportello legalità, Paolo Bertaccini, di Transparency International, il penalista Giovanni Fiandaca, Claudio Fava, vice presidente commissione parlamentare antimafia. “L’affermazione della legalità è la priorità per ridare fiducia a chi lavora e produce in Italia – ha aggiunto Dardanello – per questo le Camere di commercio hanno già attivato 52 sportelli che svolgono il ruolo di punti di ascolti sui territori”.
Al centro del forum i dati della Dia, in base ai quali dal 1992 a oggi, i beni sequestrati assommano a un valore stimato di circa 15 miliardi, di cui sette oggetto di confisca definitiva. Delle 1708 aziende confiscate alla criminalità in Italia, 623 sono quelle siciliane con oltre 30 mila dipendenti affidate agli amministratori giudiziari.
“Non possiamo continuare ad accettare in silenzio che nove aziende su dieci finiscano in fallimento o liquidazione e che una su tre fallisca prima della confisca – ha detto Roberto Helg, presidente Camera di commercio di Palermo – Diverse le cause di questa distorsione dal venir meno del flusso di denaro illegale al dirottamento delle commesse, dalla revoca dei fidi bancari alla gestione spesso conservativa degli amministratori giudiziari che non hanno risorse e competenze specifiche. Per questi motivi riteniamo indispensabile affiancare alla figura dell’amministratore giudiziario un manager che possa garantire la continuità delle attività economiche e la salvaguardia dell’occupazione”.
Diverse le proposte avanzate dalla Camera di commercio di Palermo, come l’istituzione di un tavolo con le associazioni di categoria rappresentate nel proprio consiglio per individuare esperti di management e gestione aziendale da proporre all’autorità giudiziaria. O, ancora, l’istituzione di un tavolo con il sistema bancario e i confidi per individuare forme di intervento utili a garantire l’azienda. Tra i correttivi da adottare anche “interventi sul codice antimafia per velocizzare i tempi intercorrenti dal sequestro alla confisca, lo sviluppo di incentivi e la possibilità di creare cooperative di lavoratori in grado di acquisire le aziende,ma anche una revisione e potenziamento dell’agenzia nazionale dei beni confiscati”.
“Oggi oltre 50 Camere di Commercio – ha detto Rosanna Montalto, dello sportello Legalità della camera di commercio – hanno istituito uno sportello della legalità seguendo l’esempio di Palermo dove é stato creato nel 2005, grazie a un protocollo stipulato con l’allora prefetto Giosuè Marino. Finora sono stati oltre 300 i casi che abbiamo affrontato tra vittime di racket e usura e imprenditori in difficoltà. Lo scopo dello sportello é anche l’obiettivo di migliorare l’utilizzo dei fondi Antiusura previsti dalla legge 108 del 1996″.