Continua ad arricchirsi di particolari la vicenda delle baby squillo dei Parioli che ha travolto, tra gli altri, anche il marito della senatrice Alessandra Mussolini, Mauro Floriani.
Particolari emersi durante la deposizione delle due ragazzine, nel corso dell’incidente probatorio davanti al Gip Maddalena Cipriani lo scorso 5 febbraio. “È possibile che qualche cliente si lamentasse del fatto che fossimo arrivate in ritardo o non ci fossimo presentate all’appuntamento o che non fossimo proprio cortesi. Noi alla fine siamo due ragazzine – ha raccontato – è normale non essere sempre puntuali”.
Il racconto della baby squillo va avanti, continua con la descrizione dettagliata circa il modo in cui venivano trattate dal presunto sfruttatore, Mirko Ieni, arrestato nei giorni scorsi. “Eravamo sotto pressione – racconta la giovane – Mirko Ieni ci pressava e ci condizionava, ci trattava un po’ come delle macchine, per lui dovevamo esserci sempre, tutti i giorni, non voleva perdere i soldi, diceva che gli servivano i soldi per varie cose. Perché alla fine noi due eravamo l’unica sua fonte di guadagno”.
Poi la vergogna, la paura di essere scoperte: “Chiedevamo –continua la ragazzina – sempre di non avere ragazzi troppo giovani. Cioè, tipo di 18, 20 anni no, perché magari li potevamo conoscere. Questa era l’unica nostra preferenza”, ha raccontato al giudice Maddalena Cipriani, una delle due minorenni.
Ieni, l’uomo ritenuto dalla procura il gestore del giro illecito, pare che non sapesse della minore età delle due ragazzine: “Mi aveva chiesto il documento di identità, ma io non gliel’ho dato perché non ce l’ho”.
In ogni caso, le due ragazzine dicevano ai clienti di avere più di 18 anni. A ribadirlo è stata l’altra giovane sempre davanti al giudice. “La mia amica – ha spiegato – aveva detto a Mirko che faceva l’università. E anche io ai clienti dicevo di avere 18 anni, anche se mi è capitato che qualche cliente mi dicesse, vedendo le forme, ‘Ma sei sicura? Sembri più grande’”. “Noi più che altro ci mettevamo i tacchi e ci vestivamo più elegante possibile per sembrare più grandi – ha proseguito – Quando poi abbiamo visto che ad alcuni clienti non gliene fregava niente, ci vestivamo normali. Ci truccavamo ma in modo normale. Io mi ero fissata in testa come se avessi proprio 18 anni, dentro di me non avevo più 15 anni, facevo come mi pareva”.
La procura di Roma ha così terminato il primo filone di indagine. È in via di notifica, infatti, l’avviso di conclusione dell’inchiesta nei confronti delle sei persone finite in carcere nei mesi scorsi per reati che andavano dal favoreggiamento allo sfruttamento della prostituzione minorile, dalla cessione di stupefacenti alla diffusione e detenzione di materiale pedopornografico.
Il provvedimento, firmato dal procuratore aggiunto Maria Monteleone e dal pm Cristiana Macchiusi, riguarda, tra gli altri, Mirko Ieni, ritenuto dagli inquirenti il gestore del giro illecito, il militare Nunzio Pizzacalla, il commercialista Riccardo Sbarra, e la madre di una delle due minorenni.
Proseguono, intanto, gli accertamenti dei magistrati per identificare i clienti che avevano rapporti con le due minori: alcuni di loro sono orientati a chiedere il patteggiamento della pena, per altri, invece, si profila il giudizio immediato (che consente di saltare la fase dell’udienza preliminare e approdare direttamente in un’aula di tribunale) alla luce dell’evidenza delle prove raccolte e delle dichiarazioni ammissive di colpevolezza.
Leggi anche: