I contratti a tempo determinato potranno essere instaurati senza causale, per un massimo di 36 mesi: il ministro del Lavoro Giuliano Poletti precisa cosa cambierà con l’entrata in vigore del decreto legge previsto dal piano per il lavoro del governo Renzi. Ma c’è di più: sarà anche possibile prorogare un contratto di lavoro a termine in corso di svolgimento fino a un massimo di 8 volte in 36 mesi.
Unica condizione per le proroghe è che debbano riferirsi alla stessa identica attività lavorativa per la quale il contratto è stato stipulato. Il ministro del lavoro ha confermato quanto già annunciato dopo il Consiglio dei ministri, spiegando che così si supera la precedente disciplina che limitava la possibilità soltanto “al primo” rapporto di lavoro a termine sempre solo nell’arco dei tre anni. Confermato poi il limite del 20% di contratti a termine rispetto all’organico complessivo.
Dai sindacati però soffiano venti di guerra: il fronte si spacca, con la Cgil che critica e la Cisl che plaude. Il segretario generale Cisl Raffaele Bonanni affida a Twitter il suo pensiero: “I contratti a termine più garantisti per i lavoratori”, lanciando l’hashtag #Renzirispettisindacato.
Eliminare false partite iva cocopro associati in partecipazione. #contrattitermine più garantisti per lavoratori.#Renzirispettisindacato.
— Raffaele Bonanni (@rbonanni1) 14 Marzo 2014
Dall’altro lato c’è la Cigl, con Susanna Camusso che nella sue due giorni in Sicilia ha ribadito che Renzi deve pensare di più ai pensionati e soprattutto ai precari. Ieri sera il leader della Cgil ha ribadito, in diretta su Canale 5 alla trasmissione televisiva Matrix, che sul lavoro “si è fatto esattamente l’opposto di quello che lo stesso premier dichiarava: si è creata un’altra forma di precarietà”.
Poletti però non ci sta e replica al leader della Cgil: la precarietà “non la aumentiamo. Quelle della Camusso sono preoccupazioni sbagliate“.