La storia della morte di Grazia Bruno è infinita: la donna, 67 anni, dichiarata defunta il 6 febbraio scorso, tumulata al cimitero di Carini, secondo la famiglia non sarebbe deceduta. Per figli e marito, si tratta di un raro caso di morte apparente: per più di una settimana si erano rifiutati di chiudere la bara e celebrare le esequie della donna, fino all’ordinanza del sindaco di Carini Giuseppe Agrusa che voleva mettere la parola fine sulla vicenda.
La famiglia di Grazia Bruno però torna alla carica. La tumulazione è stata effettuata il 14 marzo ma i figli non ci stanno: “Denunceremo il sindaco per abuso d’ufficio. La Procura ha aperto un’inchiesta e non si è ancora pronunciata. Noi avevamo chiesto la riapertura del feretro”, ha detto con rabbia la figlia Lucrezia Passalacqua, poiché siamo convinti che possa essersi risvegliata, ma il sindaco ha deciso di procedere contro il nostro volere”.
Ieri al cimitero di Carini i familiari non c’erano: non hanno voluto assistere alla tumulazione di Grazia Bruno. L’avvocato della famiglia, Gaspare Genova, ha fatto sapere che “Si attende l’azione del magistrato della Procura che sta indagando sulla vicenda”.
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