Categorie: L'Avvocato Risponde

Troppe donne, troppe vittime

È del 26.02.2014 la sentenza emessa dal GUP del Tribunale di Palermo, Daniela Cardamone, che sembra aver reso giustizia ad uno dei più efferati omicidi di genere consumati negli ultimi anni. La diciassettenne Carmela Petrucci è stata uccisa dall’ex fidanzato della sorella nel tentativo di salvare quest’ultima dalla violenza inaudita che Samuele Caruso stava infliggendo a Lucia all’ingresso del portone di casa.

Particolari questi non irrilevanti. Le due sorelle, tornate da scuola ed appena arrivate a casa, in un luogo nel quale sentivano di potersi considerare al sicuro, si ritrovano aggredite da un “uomo” che premeditatamente decideva di far loro del male, al fine, almeno apparente, di punire la ex fidanzata che lo aveva lasciato.

Il Giudice, in questa importantissima sentenza si rifiuta di credere che un uomo che esce da casa armato ed aspetta sotto casa la sua vittima, sia incapace di intendere e di volere. Nessuna incapacità, quindi, se non quella di capire che gli altri esseri umani vanno rispettati, che non ci si può prendere quello che gli altri hanno deciso di non dare, che si deve sapere che non tutto è dovuto, e che l’ignoranza e la violenza hanno rovinato per sempre una famiglia e spezzato una giovane brillante vita.

Forse è proprio sulla base di considerazioni analoghe o almeno di casi altrettanto efferati che finalmente il legislatore ha deciso di prendere in considerazione il reato di femminicidio. Non si tratta di una specificazione superflua ma della volontà di prestare attenzione in modo specifico e puntuale una serie troppo elevata di casi di violenza sulle donne.

Il femminicidio, infatti, consiste in “Qualsiasi forma di violenza esercitata sistematicamente sulle donne in nome di una sovrastruttura ideologica di matrice patriarcale, allo scopo di perpetuare la subordinazione e di annientare l’identità attraverso l’assoggettamento fisico o psicologico, fino alla schiavitù o alla morte”.

Non si tratta, quindi, solo di tutelare le donne dalla morte per mano dei propri amanti, mariti, compagni, conoscenti, ma anche di cancellare quella forma di perenne maschilismo che invade ogni esercizio della propria identità e della propria libertà da parte delle donne. Ci si è chiesti che necessità ci fosse di creare una apposita figura di reato, considerando che nel nostro codice penale già è previsto il reato di omicidio, sia esso commesso nei confronti di un uomo o anche di una donna.

Ebbene, tralasciando le considerazioni personali, il legislatore più che creare una figura ad hoc di omicidio, ha voluto dare rilevanza ad un uso, ormai troppo diffuso tra gli uomini, di esercitare violenza sulle donne, sia essa fisica o psicologica. Ed il giudice di Palermo, ha rispettato questa linea guida e ha impedito che anche quest’assassino fosse “salvaguardato” da un sistema giuridico italiano, per certi aspetti, garantista.

Samuele Caruso, ha chiesto un rito alternativo, abbreviato, con uno sconto di pena (pari ad 1/3) e durante il processo penale ha invocato l’incapacità di intendere e di volere, ma nonostante questo il GUP ha lo stesso ritenuto che l’imputato dovesse subire l’ergastolo, non solo per la premeditazione ma anche per i futili ed abietti motivi posti a fondamento dei delitti.

Lui ha avuto la possibilità di scegliere quel 19 ottobre, di fermarsi. Carmela e Lucia, invece, si sono ritrovate vittime di un essere umano che ha agito con violenza inaudita e che non ha lasciato tempo, per capire, per affrontare e superare tutto questo.

Nessuno potrà mai restituire il sorriso a Carmela, ed a tantissime altre donne, sorelle, mogli e madri che hanno perso la voglia di vivere, la serenità, la fiducia, la libertà, l’allegria e la spensieratezza di vivere i propri sentimenti in libertà, nessuno potrà restituire loro la vita, ma noi, donne e uomini, prima di tutto, abbiamo il dovere di lottare anche per loro.

In prima persona, come donna e come avvocata, lotto quotidianamente attraverso la legge, per cercare di ottenere giustizia per tutte quelle donne che hanno bisogno di supporto, sia esso giuridico o semplice conforto.

Avv. Giuliana Marchese

Criminal Law Department

Giambrone Law

 

Giambrone Law

Condividi
Pubblicato da
Giambrone Law
Tags: Criminal Law DepartmentCriminal Law Department giambrone lawfemminicidiofemminicidio leggigiambrone lawvittime femminicidio