La presunta maxi frode all’acciaio che vede, secondo le indagini, ai vertici dell’organizzazione Massimo Ciancimino, figlio dell’ex sindaco di Palermo, approda in udienza preliminare il 29 aprile al tribunale di Ferrara, dopo quasi cinque anni dai primi atti. La Procura – spiega la Nuova Ferrara – ha chiesto il rinvio a giudizio, e il giudice ha fissato l’udienza, per 34 persone per reati che si sintetizzano in una maxievasione fiscale da 100 milioni e di Iva per 30 milioni. Contestati a vario titolo i reati di evasione e frode fiscale, bancarotta, contrabbando, mendacio bancario, falsi in atti pubblici e privati.
Oltre al gruppo di imputati legati a Ciancimino (che si è sempre detto estraneo alla frode, definendosi solo consulente) compaiono i titolari di imprese che commercializzano acciaio per fatti avvenuti tra il 2007 e il 2010, con triangolazioni fiscali e rapporti commerciali tra Ferrara, Reggio Emilia e San Marino.