“Lei” (titolo originale “Her”), l’ultimo film di Spike Jonze, vincitore del premio oscar come miglior sceneggiatura originale, da ieri nelle sale, ha fatto molto discutere per la tematica controversa che affronta: l’amore fra un uomo e un computer, o meglio il primo sistema operativo d’intelligenza artificiale.
Questa pellicola non si può certo ridurre a un lungometraggio incentrato su un protagonista/fenomeno da baraccone, un meraviglioso Joaquin Phoenix che interpreta il sensibile Theodore. No, perchè “Lei” è davvero molto, molto di più.
E’ una storia originale, poetica e intensa come non se ne vedevano da tempo. Una storia d’amore unica nel suo genere ma che si basa su quella follia inspiegabile a cui neanche il computer più potente riesce a dare una spiegazione.
Ma l’aspetto centrale, i meccanismi attraverso i quali il regista scioglie i nodi del film sono sono le lettere che Theodore, il protagonista, scrive (per mestiere) e per dovere verso se stesso.
Tutte le lettere le trovate sul blog www.vitadaeditor.it. Eccone una:
“Cara Cathrine,
sono stato qui a pensare a tutte le cose per cui vorrei chiederti scusa, a tutto il dolore che ci siamo inflitti a vicenda. A tutte le cose di cui ti ho incolpato. A tutto ciò che volevo che fossi o dicessi. Mi dispiace per tutto questo. Ti amerò per sempre, perchè insieme siamo cresciuti e mi hai aiutato a diventare ciò che sono oggi. Voglio solo che tu sappia che dei frammenti di te resteranno per sempre dentro di me e per questo ti sarò sempre riconoscente. Qualunque cosa tu sia diventata e ovunque tu sia nel mondo in questo momento, ti mando il mio amore.
Sarai mia amica per sempre.
Con amore,
Theodore”
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