Genitori incuranti dei propri figli perché prestano più attenzioni ai propri smartphone e tablet: è quanto emerge da uno studio del Boston Medical Center, condotto da Jenny Radesky e pubblicato sulla rivista Pediatrics.
I ricercatori si sono recati sotto copertura tra luglio e agosto 2013 in alcuni locali dell’area urbana di Boston per esaminare le dinamiche comportamentali tra genitori e figli di 55 nuclei familiari durante il consumo dei pasti: in 40 casi è stato riscontrato l’uso di un dispositivo mobile da parte degli adulti e, tra questi, un terzo li ha usati per l’intera durata.
Nel testo della ricerca si legge inoltre di episodi in cui il genitore, durante l’uso dello smartphone, risultava essere infastidito dalle richieste di attenzione del figlio tanto da reagire con calci sotto il tavolo o addirittura respingere il piccolo con modi bruschi.
L’uso di device, nel rapporto genitore – figlio, può anche avere un risvolto positivo in quanto assottiglia le differenze in termini ludici considerando l’enorme mole di giochi via app disponibili sugli store dei vari apparecchi e può favorire inoltre l’accesso a materiale didattico per i più piccoli.
Ma tenere ossessivamente lo sguardo puntato sugli smartphone, come si legge nella ricerca, può anche compromettere le relazioni faccia a faccia tra padre e figlio, che sono fondamentali per lo sviluppo emotivo, linguistico e cognitivo dei piccoli.
In seguito alla pubblicazione dello studio, Jenny Radesky, medico specialista in pediatria nonchè madre di due bimbi, ha avviato un progetto in collaborazione con l’American Academy of Pediatrics affinchè vengano elaborate delle linee guida da suggerire ai genitori per un uso consapevole e intelligente di smartphone e tablet.