La gestione liquidatoria dell’ex Usl 61 di Palermo dovrà pagare diecimila euro per risarcire la “limitazione della vita sessuale” della moglie di un paziente che ha contratto l’epatite C a causa di una trasfusione. Lo ha deciso il giudice Sebastiana Ciardo della terza sezione civile di Palermo.
Per il giudice “seppur la trasmissione del virus per via sessuale è poco frequente diventa indispensabile avere rapporti protetti quale misura di prevenzione raccomandabile”. “Deve tenersi conto – prosegue – della necessità di assistenza ad opera del coniuge del paziente, il quale deve sottoporsi a continui esami e controlli, oltre a patire astenia e disturbi ricorrenti che impongono al coniuge di prestare aiuto nelle attività quotidiane”. Inoltre, “tale tipo di pregiudizio può essere riconosciuto solo alla moglie – prosegue il giudice – la quale patisce anche una limitazione della vita sessuale e ciò integra una forma di danno non patrimoniale, nella specie del danno esistenziale, perché incidente in senso peggiorativo sulla sfera sessuale di relazione con il coniuge”.
Il marito della donna, che ha contratto il virus dopo una trasfusione all’ospedale Cervello nel 1989, sarà risarcito con 55.413 euro. Lo ha deciso, sempre nella stessa sentenza, il giudice.