L’annuncio è stato dato da Matteo Renzi mercoledì scorso, nel corso dell’ultima visita nella scuola Raiti di Siracusa. “Mercoledì prossimo – ha annunciato il premier, con ciò di fatto annunciando la ‘rinuncia’ alla visita del mercoledì – annunceremo e ratificheremo provvedimenti molto importanti come il Jobs Act, gli interventi sulla scuola e interventi per il piano casa. Ci sono 2 miliardi di euro pronti per l’edilizia scolastica”.
Due miliardi per l’edilizia scolastica che appena domenica sera, alla trasmissione di Fabio Fazio, sono diventati 10 in tre anni, vale a dire più 3 miliardi l’anno. Mentre nel corso della settimana passata, all’annuncio di Renzi si sono aggiunte le indiscrezioni riguardo alla proposizione di misure economiche come il taglio di 10 miliardi del cuneo fiscale.
Uno fra i tanti provvedimenti previsti nella seduta del consiglio dei ministri in programma oggi e che, nelle dichiarazioni del presidente del Consiglio, devono servire a imprimere uno shock finanziario al sistema economico italiano. Ma è sulla destinazione dei benefici previsti dal taglio del cuneo fiscale che da giorni, il presidente del consiglio dibatte più o meno polemicamente con Confindustria.
Fino a ieri mattina, il presidente degli industriali italiani, Giorgio Squinzi in una lettera pubblicata sul Corriere della Sera, ha rivolto a Renzi un consiglio presagendo che il taglio dei 10 miliardi annunciato dall’esecutivo servirà a a cancellare l’Irpef, l’imposta sul reddito delle persone fisiche, contribuendo ad un bonus in busta paga di circa 100 euro per i lavoratori con reddito annuale entro i 25 mila euro.
E il “derby” fra Irpef e Irap, vale a dire cittadini-lavoratori o imprenditori, ha infuocato le polemiche. “Siamo da tempo convinti che la questione chiave è la riduzione del cuneo pagato dalle aziende. Ridurlo vorrebbe dire venire incontro a chi produce e genera valore in Italia” sostiene Squinzi secondo cui “la riduzione del costo del lavoro agirebbe in favore degli occupati e di chi un lavoro purtroppo oggi non ce l’ha, ma lo avrebbe se il suo costo gravasse meno sul bilancio delle imprese”.
“Sarebbe interessante – ha sottolineato provocatoriamente il leader degli industriali circa l’ipotesi della riduzione dell’Irpef – chiedere agli italiani se vogliono un lavoro o qualche decina di euro in più’ in tasca”.
Parole che trovano sostegno anche all’interno del governo. Il viceministro dello Sviluppo economico, Carlo Calenda, montezemoliano, partecipando alla conferenza su Made Expo ha dichiarato a proposito del taglio Irap: “In tutte le economie e i mercati la crescita e l’occupazione la fanno le imprese. Dobbiamo giocarci la partita con al centro le imprese”.
Ma il vero nodo, al di là delle scelte economiche che domani il premier annuncerà, sono le coperture finanziarie. Non è un caso che il consiglio dei ministri è slittato al pomeriggio, con l’indizione di una riunione di pre-consiglio fissata alle 10 del mattino e lo slittamento della conferenza stampa solo nel tardo pomeriggio. Al ministero dell’Economia, infatti, stanno cercando di quadrare i conti e trovare le coperture finanziarie sia per gli interventi nell’edilizia scolastica che per il taglio del cuneo fiscale.
A cercare di rassicurare sindacati e industriali, ci prova il viceministro dell’Economia, Enrico Morando che a palazzo Madama ha affermato che le “caratteristiche di fondo” delle coperture sono state definite: si tratterebbe – ma Morando non ha voluto virgolettare le proprie dichiarazioni – sia di componenti strutturali sia di misure “una tantum”.